2013-01-02 15:06:06

Il Papa e il no al "capitalismo finanziario sregolato”. Commento dell’economista Quadrio Curzio


Nella Giornata mondiale della Pace, martedì scorso il Papa ha parlato di tensioni nel mondo, di terrorismo, criminalità e di ingiustizie sociali. Benedetto XVI ha denunciato “un capitalismo finanziario sregolato”. Per un’analisi sul piano economico, Fausta Speranza ha intervistato l’economista, Alberto Quadrio Curzio:RealAudioMP3

R. – L’affermazione di Benedetto XVI è del tutto condivisibile ed è nella linea che egli aveva già indicato e sulla quale molti vescovi e molti sacerdoti erano ritornati, linea che sta ad indicare il pericolo molto grande, sia per la valenza sociale sia per la valenza istituzionale che economica, di affidarsi al mercato sempre meno regolato e sempre più “finanziarizzato”. Due aspetti che negli anni passati, a partire soprattutto dagli inizi degli anni Novanta, erano stati considerati risolutivi di ogni problema, quasi che il benessere potesse essere generato solo dal liberismo e non anche dalla solidarietà e dalla sussidiarietà, che sono i due grandi valori entro i quali le comunità umane si organizzano anche nell’economico.

D. – Gli effetti di questo capitalismo finanziario sregolato sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto delle masse che stanno pagando la crisi. Ci aiuta, però, a definire dov’è che mancano le regole...

R. – L’economia è fatta di due grandi componenti, oltre ovviamente alla più importante di tutte, che è la componente della persona che attraverso il lavoro realizza se stessa e un’opera di creatività in un contesto comunitario. Una componente è l’economia reale, che si esprime nella manifattura, nell’industria, nell’agricoltura, e anche in una parte significativa dei servizi. L’altra componente è l’economia bancaria e finanziaria. Nella migliore delle soluzioni possibili, l’economia bancaria e finanziaria è complementare all’economia reale: non è un’entità indipendente, nel cui ambito si realizzano guadagni molto veloci attraverso delle mere operazioni di natura finanziaria. Il punto è che quando si spacca il legame tra economia reale ed economia finanziaria-bancaria (parliamo di finanza e banche perché è il sistema bancario che alimenta quello finanziario ed entrambe convogliano il risparmio nell’economia reale, negli investimenti, nello sviluppo economico, nell’occupazione) ebbene, quando si spacca il legame tra economia finanziaria-bancaria ed economia reale, si producono gli effetti negativi che abbiamo visto in questi anni che sono stati tra i peggiori.

D. – Il Papa parla anche di “focolai di tensione e di contrapposizione, causati da crescenti disuguaglianze tra ricchi e poveri”. E’ un accorato appello...

R. – E’ un accorato appello. Ci fa guardare lontano e ci chiede di riflettere su quale sia uno sviluppo che abbia a cura la persona, le persone, le comunità. Lo sviluppo deve essere graduale, deve essere continuo, deve essere misurato e deve essere diffuso tra tutte le persone. Sviluppo che deve esserci, ma che deve essere unito a forme di equità: che non vuol dire uguaglianza di tipo comunistico, ma vuol dire equità, vuol dire differenze ragionevoli, vuol dire desiderio di crescere, desiderio di concludere, desiderio di costruire, ma non certamente di polarizzare le entità di ricchezza e, ahimè, di povertà.

Ultimo aggiornamento il 3 gennaio 2013







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