2013-01-02 14:58:19

Concluso l'Incontro di Taizé. Frère Alois: i giovani felici di aver pregato col Papa


Un momento di “profonda unità” con il Papa. Così hanno vissuto l’incontro con Benedetto XVI i 40 mila giovani che dal 28 dicembre al 2 gennaio hanno partecipato al 35.mo Incontro europeo organizzato dalla Comunità di Taizé. A farsi portavoce dei sentimenti dei ragazzi è il priore della Comunità, frère Alois. L’intervista è di Fabio Colagrande:RealAudioMP3

R. - I giovani sono molto contenti dell’accoglienza ricevuta qui nella Chiesa di Roma e sono rimasti profondamente toccati dalla preghiera con il Santo Padre in Piazza San Pietro. È stata veramente una preghiera; il Santo Padre ci ha aiutato a volgerci al Cristo. Così, il Vangelo ha toccato i cuori dei cristiani - non solo cattolici ma anche protestanti, ortodossi - che hanno vissuto questo come un momento di unità, nel quale abbiamo anticipato l’unità dei cristiani.

D. - Anche molti romani sono stati conquistati dalla spiritualità di Taizé e hanno partecipato agli incontri di preghiera. Questo è molto importante.

R. - È molto importante, perché il senso di questo pellegrinaggio è quello di andare in una Chiesa locale. I giovani, in questo modo, possono fare l’esperienza di un’altra Chiesa. Poi, sono i contatti personali che diventano un incoraggiamento per i giovani a impegnarsi nella loro chiesa locale.

D. - Secondo lei, qual è il segreto della spiritualità di Taizé? Perché anche persone che non conoscono la vostra Comunità, quando si ritrovano a pregare, come in questi giorni nelle chiese romane, vengono conquistate dal clima di profondità, di preghiera, di mistero?

R. - Noi di Taizé non abbiamo una spiritualità speciale. Non abbiamo un segreto; solamente il Vangelo, i canti, il cantare insieme, per dare la possibilità di una partecipazione interiore alla preghiera. Il Concilio Vaticano II ha chiesto questo: una partecipazione di tutti i fedeli. E io penso che con i canti abbiamo forse trovato un cammino di partecipazione - non soltanto come spettatori o ascoltatori di un messaggio - per pregare veramente tutti insieme. Anche il momento di silenzio in Piazza San Pietro è stato impressionante: molti romani si sono uniti ai giovani che partecipavano all’incontro. Questo lungo momento di silenzio con il Santo Padre è stato veramente il momento in cui Cristo ha parlato ai cuori e lo Spirito Santo è venuto per tutti.

D. - Il Papa ha detto: vi assicuro circa l’impegno irrevocabile della Chiesa cattolica nel proseguire la ricerca di vie di riconciliazione per giungere all’unità visibile dei cristiani. Quanto è importante per voi questo impegno preso dal Pontefice?

R. - È molto importante. Non solo con le sue parole, ma anche con la sua presenza così semplice, così umile, il Santo Padre ha aperto un cammino di unità sul quale adesso noi possiamo continuare a camminare.

D. - Ai giovani ha detto: “Siete tutti chiamati ad essere delle piccoli luci per quanti vi circondano”.

R. - E tutti avevano candele, una luce in mano durante questa preghiera. E poi c’era la Luna piena. Era come cinquanta anni fa, quando Giovanni XXIII disse: “Guardate la Luna e andate nelle famiglie! Vivete la pace del Vangelo!”

D. - Lei ha vissuto il Sinodo dedicato alla Nuova evangelizzazione, poi questo pellegrinaggio lo ha riportato a Roma. Il 2013, inizia con una nuova speranza per quanto riguarda il futuro del cristianesimo e della Chiesa?
R. - Sì. Una speranza per il futuro della Chiesa, ma anche per i giovani che vivono situazioni economiche difficili che non permettono di fare un progetto di vita, di sapere se si avrà la possibilità di avere un lavoro, senza contare le altre difficoltà di adesso. La Chiesa può incoraggiare i giovani alla perseveranza nella speranza.

Ultimo aggiornamento il 3 gennaio 2013







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