Tutelare le fasce più deboli: l'appello del capo dello Stato Napolitano nel messaggio
di fine anno
La crisi è una questione sociale, i tagli devono tutelare le fasce più deboli. Lo
ha detto ieri sera il capo dello Stato Napolitano nel tradizionale discorso di fine
anno, l’ultimo del suo settennato. Il messaggio, apprezzato da quasi tutti i partiti,
arriva in un momento particolarmente caldo della vita politica italiana, ormai in
piena campagna elettorale in vista del voto del 24 e 25 febbraio. Servizio di Giampiero
Guadagni.
Il 2013
sarà un altro anno di difficoltà, ma intorno all’Italia c’è un ritorno di fiducia.
Negli auguri di fine anno, il capo dello Stato ha lanciato un messaggio di ragionata
speranza, legando tra loro la crisi economica e sociale, il futuro delle nuove generazioni,
l’Europa, i necessari sacrifici imposti dal governo Monti e le imminenti elezioni
politiche. Un discorso che è piaciuto molto a Monti, Bersani e Berlusconi; e che ha
deluso invece Lega e Italia dei Valori. Si sono insomma ricreati per l’occasione i
difficili equilibri politici che hanno accompagnato un anno di governo tecnico. Napolitano
naturalmente si augura che non sia stata solo una parentesi dal punto di vista della
coesione, necessaria per far ripartire l’economia e per lavorare assieme alle riforme
istituzionali più urgenti. Ma il rischio, paventato dal Quirinale, è che la campagna
elettorale si caratterizzi ancora una volta per una propaganda polemica e fine a se
stessa, che finisce per allontanare ancora di più i cittadini dalla politica. E peraltro
ci sono già avvisaglie in questo senso. Ad esempio, Berlusconi insiste da qualche
giorno sull’idea di una commissione di inchiesta sulla nascita del governo tecnico,
insinuando dubbi anche sul ruolo avuto dal presidente della Repubblica in quel passaggio
politico. Tutto questo mentre Berlusconi non riesce a chiudere l’accordo con la Lega,
che non accetta la sua ricandidatura a premier e che condivide solo l’attacco a Monti
e alla sua nuova formazione politica. Formazione che peraltro non piace neppure al
Pd. Il segretario Bersani, candidato premier del centrosinistra, ha ormai lanciato
la sfida al Professore, chiedendogli di fare chiarezza sulla sua collocazione. A tutti
Monti risponde: il nostro non è un partito di centro ma un movimento civico popolare
e riformista, che si contrappone alle forze conservatrici. E nel suo discorso di ieri
sera Napolitano ha provato a chiudere le polemiche: il senatore Monti - ha detto il
capo dello Stato - ha compiuto una libera scelta di iniziativa programmatica e di
impegno politico.