Al Senato camera ardente per la Levi Montalcini. La testimonianza di Nicolais (Cnr)
Sabato al Senato la camera ardente per Rita Levi Montalcini, scomparsa domenica. In
più di qualche occasione, la scienziata aveva espresso l’auspicio che la ricerca uscisse
dai “vincoli – diceva – in cui è mortificata”. L’Italia spende solo l’1,26% del Pil
in questo settore ed è sempre più frequente il fenomeno della fuga dei "cervelli"
all’estero. Il servizio di Alessandro Guarasci:
Gli ultimi dati
Istat dicono che l’Italia spende poco meno di 20 miliardi di euro in ricerca. Si colloca
così all’11.mo posto nei Paesi Ocse, dietro le principali nazioni industrializzate.
Secondo il World Economic Forum, la situazione va un po’ meglio per quanto riguarda
il numero di pubblicazion: con il 3,7% di studi, l’Italia è al sesto posto a livello
mondiale. E questo nonostante la fuga di cervelli. Sono circa 40 mila i ricercatori
italiani che sono all’estero, e più del 70% di loro ha una condizione contrattuale
e lavorativa migliore di quanto avrebbe in Italia. Un cruccio per la stessa Montalcini,
che aveva avviato un progetto per il rientro di queste risorse mentali. Luigi Nicolais,
presidente del Cnr:
R. - Credo che tra di noi ci siano sempre stati dei rapporti
buoni. Quest’anno, purtroppo per il nostro Paese è stato un anno brutto perché abbiamo
perso il professor Dulbecco all’inizio dell’anno e poi lei… Entrambi erano veramente
due figure caratteristiche; due figure che amavano i giovani. Questa è la caratteristica
principale dei grandi ricercatori; rendersi conto che sono i giovani che portano quella
linfa di novità, di ricerca e anche di grinta per poter avviare progetti nuovi e molto
complessi.
D. - Però, la Montalcini diceva che in Italia ci sono spesso dei
vincoli burocratici che frenano la ricerca. Lei è d’accordo?
R. - Totalmente.
Fin quando i ricercatori saranno intesi come parte della pubblica amministrazione,
chiaramente non riusciranno ad esprimere al meglio la loro attività. Ci sono dei vincoli
così forti per cui molte volte non si riesce ad acquistare nemmeno un reagente in
maniera semplice. E quindi tutte le regole che valgono per un ufficio del catasto
o dell’anagrafe valgono anche per i ricercatori, cosa che è impossibile. Personalmente,
spesso anche con questo governo Monti ho spinto affinché si creasse un sub-comparto
diverso e ci si rendesse conto che la ricerca deve far parte di un gruppo diverso
e avere una maggiore autonomia nella spesa.
D. - Ma non sarà che spesso però
si fanno in qualche modo degli interessi di parte e si gioca poco come una squadra?
R.
- Noi siamo delle eccellenze che non riescono a fare un sistema ricerca. Chi è stato
molto tempo all’estero, si rende conto che negli altri Paesi quello a cui si tiene
maggiormente è la squadra, il sistema, quindi si lavora tutti insieme per raggiungere
gli obiettivi.