Incontro con i giovani di Taizé. Il Papa: siate luci di amore nel mondo, non temete
il dubbio
Un invito ad essere piccole luci nel mondo. Lo ha rivolto sabato sera, dal sagrato
della Basilica di San Pietro, Benedetto XVI ai circa 40 mila giovani giunti a Roma
in occasione dell'Incontro europeo della Comunità di Taizé. “Se a volte il male e
la sofferenza degli innocenti creano dubbio e turbamento – ha detto il Papa – il sì
a Cristo diventa difficile. Ma il dubbio non fa di voi dei non credenti”. Il servizio
è di Paolo Ondarza:
Come già Giovanni
Paolo II nel 1987, anche Benedetto XVI si fa pellegrino di fiducia in nome di Cristo.
Lo fa incontrando i circa 40 mila giovani appartenenti a diverse confessioni cristiane
e partecipanti al 35.mo raduno europeo di Taizé, il quarto organizzato a Roma. Accolti
in tante parrocchie e comunità religiose hanno fatto in questi giorni una nuova esperienza
di Chiesa. Il Papa ricorda loro l’instancabile lavoro di frère Roger, fondatore
della Comunità, a servizio dell’ecumenismo e, salutando i tanti ortodossi e protestanti
presenti, prosegue:
I assure you of the irrevocable commitment of the Catholic
Church… "Vi assicuro dell’impegno irrevocabile della Chiesa cattolica a proseguire
la ricerca di vie di riconciliazione per giungere all’unità visibile dei cristiani”.
La
comunione che è il Corpo di Cristo – spiega il Santo Padre ai giovani – ha bisogno
di voi e voi avete in esso il vostro posto, corresponsabili nella trasmissione della
buona novella del Vangelo al mondo. Da qui l’invito:
Wenn ihr wieder nach
Hause in eure Länder zurückgekehrt seid, … "Tornando a casa, nei vostri diversi
Paesi, vi invito a scoprire che Dio vi fa corresponsabili della sua Chiesa, in tutta
la varietà delle vocazioni”. Una chiamata, dunque a rispondere a Cristo senza paura:
Le Christ souhaite recevoir de chacun de vous aussi… "Cristo desidera
ricevere anche da ciascuno di voi una risposta che venga non dalla costrizione né
dalla paura, ma dalla vostra libertà profonda”.
Chrystus nie odciąga was
od świata. On was posyła tam… "Cristo non vi toglie dal mondo. Vi manda
là dove la luce manca perché la portiate agli altri. Tutti chiamati ad esser piccole
luci per quanti vi circondano, attenti ad un equa ripartizione dei beni della terra,
impegnati per la giustizia e una nuova solidarietà umana per aiutare il prossimo a
comprendere come il Vangelo chiami al contempo verso Dio e verso gli altri".
Avoir
foi en son Fils Jésus Christ et nous aimer les uns les autres… "Avere fede
e amare Dio e gli altri! Che cosa c’è di più esaltante? Che cosa di più bello?”.
Parfois
le mal et la souffrance des innocents… "A volte il male e la sofferenza degli
innocenti creano in voi il dubbio e il turbamento. E il sì a Cristo può diventare
difficile. Ma questo dubbio – ha proseguito il Pontefice - non fa di voi dei non credenti!
Gesù infatti non ha respinto l’uomo del Vangelo che gridò: Credo; aiuta la mia incredulità!".
A
salutare il Papa a nome delle migliaia di giovani, il priore della Comunità di Taizé,
frère Alois, il quale ha ricordato l’ultima lettera scritta, prima della morte violenta,
dal fondatore frère Roger a Benedetto XVI per comunicargli l’intenzione della Comunità
di camminare in comunione lui. Un dono, piccolo, ma significativo quello portato da
frère Alois a Benedetto XVI: alcuni semi di sorgo, cereale capace di sopportare
la siccità, offerti da alcuni giovani africani incontrati il mese scorso a Kigali
in Rwanda.
"La grande vitalité de ces jeunes chrétiens est une promesse... La
grande vitalità di questi giovani – ha detto il priore di Taizé - è una promessa per
il futuro della Chiesa”. “Forse questi semi - è stato l’auspicio - potranno fiorire
nei giardini Vaticani”.
In Piazza San Pietro erano oltre 40 mila i giovani
presenti. Ma cosa rimarrà nei loro cuori di questo incontro? Ascoltiamo alcuni commenti
raccolti da Marina Tomarro:
R. – Sicuramente
un messaggio di speranza per noi ragazzi: infatti, ci sono un sacco di giovani!
R.
– L’entusiasmo di questi giovani, come speranza per il futuro della Chiesa …
D.
– E a te, invece?
R. – La comunione di questo momento: è stato veramente bello!
R.
– E’ stato entusiasmante! Poi, vedere l’incontro tra frère Alois e il Papa è stato
emozionante. Non ho parole …
D. – Perché avete deciso di partecipare a questo
Incontro di Taizé?
R. – Siamo stati ospitati tante volte, in altre città europee,
e quest’anno avevamo la possibilità di ospitare nella nostra casa: è stato un po’
anche un ricambiare tutto quello che abbiamo ricevuto in questi anni. Ma in realtà
stiamo ricevendo ancora …
D. – Quanti ragazzi ospitate voi in casa?
R.
– In casa, quattro. In tutta la zona della parrocchia, 200 persone.
R. – Sono
studentessa di teologia ortodossa, sono venuta da Belgrado per partecipare come volontaria.
Siamo arrivati due giorni prima per aiutare: sono molto contenta di aver potuto partecipare
a questo Incontro.
R. – Noi siamo vecchi amici di Taizé; anche la storia del
nostro fidanzamento è stata un po’ segnata dall’esperienza di questa Comunità. Il
fatto di avere avuto, quest’anno, la possibilità di avere Taizé qui, in Italia … non
potevamo mancare! Sia pure con mille difficoltà, però abbiamo fatto di tutto per esserci.
D.
– Quanto è importante confrontarsi con giovani non cattolici?
R. – Credo che
sia fondamentale, anche alla luce di quello che frère Roger ci ha insegnato.
R.
– Sicuramente è più facile tra i giovani che hanno meno pregiudizi … La maggior parte
di noi è ancora alla ricerca di quello che vuole diventare, è ancora in cerca della
fede. E quindi, ogni incontro di questo tipo è un’occasione giusta per trovare quello
che ognuno è, dentro di sé.
D. – Quindi, anche dal dubbio può nascere la fede?
R.
– Certo! Soprattutto nel dubbio, credo. La fede è un percorso e non si finisce mai
di crescere.