Russia: Putin firma la legge anti-adozioni negli Usa
Sono passate poche ore dalla sua unanime approvazione nel Consiglio federale russo,
e il divieto per i cittadini statunitensi di adottare bambini russi è già diventato
legge. Il presidente Vladimir Putin lo ha firmato oggi, nonostante le voci contrarie
presenti all’interno del governo russo e il recente intervento del portavoce del Dipartimento
di Stato Usa Patrick Ventrell, che aveva fortemente criticato la proposta di legge,
esortando il governo di Medvedev a “non intrappolare gli orfani russi nelle questioni
politiche”. Ventrell aveva dichiarato: “abbiamo più volte ripetuto chiaramente, sia
in pubblico che in privato, la nostra profonda preoccupazione per la proposta votata
dal Parlamento russo”. Le relazioni tra Russia e Usa si erano incrinate a causa del
cosiddetto “Magnitsky Act”, adottato dal Congresso e firmato dal presidente Obama
all’inizio di dicembre. Tale legge non permette di viaggiare o possedere immobili
negli Stati Uniti ai cittadini russi accusati di violazione dei diritti umani. Il
titolo della norma è dovuto al caso di Sergei Magnitsky, un rappresentante della Hermitage
Capital Management che nel novembre del 2009 è deceduto nel carcere russo dove stava
scontando una pena per presunta evasione fiscale. Magnitsky aveva scoperto una rete
di corruzione che coinvolgeva funzionari del fisco e il suo caso era diventato un
simbolo della lotta contro la corruzione in Russia. L’anno scorso un rapporto ufficiale
russo ha concluso che Magnitsky venne torturato e ammanettato nella sua cella. La
norma firmata da Putin capovolge i piani di numerose famiglie americane: nel 2011
almeno un orfano russo su tre veniva adottato da famiglie statunitensi, e si stima
che negli ultimi venti anni più di 60mila russi siano stati presi in carico dalle
famiglie americane. Dopo la firma, Il presidente della Federazione russa ha affermato:
“Probabilmente ci sono molti luoghi nel mondo in cui gli standard di vita sono migliori
dei nostri. E quindi? Dovremmo forse mandarci tutti i nostri bambini, o trasferirci
tutti?”. (L.P.)