I vescovi della Nigeria: per ridurre la mortalità materna, investire nell'assistenza
sanitaria di base
AUCHI – Per ridurre la mortalità materna, occorrono “investimenti adeguati nell’educazione,
nell’assistenza sanitaria di base, nella pianificazione naturale della famiglia”:
è quanto ha affermato, nei giorni scorsi, mons. Gabriel Dunia, vescovo di Auchi, in
Nigeria, e presidente della Commissione episcopale per la Salute. Incontrando i giornalisti
nel corso di una conferenza stampa, il presule ha messo in guardia da quei programmi
promossi da agenzie governative o da organizzazioni straniere che collegano l’assistenza
sanitaria delle donne alla pianificazione artificiale della famiglia, ovvero all’uso
di contraccettivi e alla pratica dell’aborto. Evidenziando, invece, come anticoncezionali
ed interruzione volontaria di gravidanza non significhino “pianificare la famiglia”,
mons. Dunia ha ribadito: “ La sessualità dell’uomo è un dono di Dio con uno scopo
preciso nel contesto del matrimonio tra uomo e donna” ed è quindi essenziale che “i
giovani ricevano una formazione ed una guida su come vivere nel modo migliore la loro
sessualità in modo sano”. Al contrario, ha affermato il presule, “i Paesi che accettano
l’aborto non insegnano ai cittadini ad amare, bensì ad usare la violenza per ottenere
ciò che vogliono, incoraggiando la distruzione della vita”. Di qui, l’esortazione
di mons. Dunia affinché i nigeriani dicano “no a tutte le forme di uccisioni e all’aborto”
e ricordino la posizione della Chiesa nella “tutela della vita e della dignità umana
dal concepimento fino alla morte naturale”. In quest’ottica, quindi, ha concluso il
vescovo nigeriano, “la responsabilità genitoriale e i metodi naturali per la pianificazione
familiare sono metodi sani per la famiglia stessa, in particolare per la donna, poiché
promuovono la comunicazione tra i coniugi e la responsabilità reciproca le quali rendono
possibili la stabilità sociale e la crescita di figli fiduciosi nel futuro”. (PIRO)