Sri Lanka: Natale in carcere per centinaia di migranti cattolici
Un Natale "senza gioia, pace e condivisione" per decine di famiglie cattoliche dello
Sri Lanka. I loro uomini - mariti e padri - sono in prigione, alcuni anche da tre
mesi, per aver provato a raggiungere in modo illegale Australia e Nuova Zelanda, in
cerca di un lavoro. Dal loro arresto - riferisce l'agenzia AsiaNews - solo poche famiglie
(anche non cattoliche) hanno raccolto i soldi necessari per pagare la cauzione, perché
la maggior parte di loro è troppo povera. Anche la macchina della giustizia non aiuta:
molte udienze vengono aggiornate e posticipate, senza spiegare i motivi. È il caso
di Anthony Dencil, cattolico di 47 anni, detenuto nella prigione di Negombo da tre
mesi. Egli non sapeva di essere su un'imbarcazione illegale: il capitano lo aveva
assunto come cuoco. Ora sua moglie Deepa Renuka Kumari, buddista, è l'unica fonte
di reddito: ma con 300 rupie al giorno, non sa come sfamare i loro tre figli di 20,
14 e 5 anni, perché "carne e verdure costano troppo". "Prima del 25 dicembre - racconta
ad AsiaNews -, gli abbiamo portato vestiti puliti per partecipare alla messa di Natale,
e alcune immagini di Gesù". Jude Anthony, 49 anni, è uscito di prigione pochi giorni
prima di Natale. È rimasto in carcere per sei mesi. Secondo l'uomo, cattolico e padre
di quattro figlie, "questi detenuti sono persone innocenti. Solo la nostra povertà
ci ha spinto a correre questo rischio. Se avessimo avuto un lavoro, non avremmo tentato
di emigrare". (R.P.)