I vescovi asiatici: lanciare la Nuova Evangelizzazione senza paura e con rinnovata
passione
Rilanciare la Nuova Evangelizzazione in Asia con “rinnovata passione” senza farsi
indurre “alla letargia e al pessimismo” dalle grandi sfide che “minacciano il tessuto
della nostra società, la stabilità della famiglia e la visione di fede della stessa
comunità cristiana”, ma lasciandosi invece guidare dallo “Spirito Santo che agisce
nel mondo, nel profondo del nostro essere, nei segni dei tempi e in tutto ciò che
è autenticamente umano”. Questa l’indicazione di fondo contenuta nel messaggio finale
della recente Assemblea plenaria della Federazione delle Conferenze episcopali d’Asia
(Fabc) ospitata quest’anno per la prima volta in Vietnam e dedicata al tema: “I quarant’anni
della Fabc e le sfide dell’Asia”. Per sei giorni più di 100 delegati si sono confrontati
sulle grandi sfide all’evangelizzazione nei propri Paesi oggi: dalla globalizzazione
al rapporto con le culture; dal dialogo interreligioso al tema della libertà religiosa;
dalla lotta alla povertà alla difesa delle popolazioni indigene; dalle migrazioni
all’ecologia. Ne è emerso un quadro articolato, ma anche una comune convinzione:
la necessità di vivere insieme in Asia “una spiritualità della Nuova Evangelizzazione”,
cercando le ricchezze dello Spirito Santo nelle tradizioni asiatiche dove sono presenti
“i semi di quella nuova umanità che ha sete della pienezza della vita in Gesù”. Il
documento finale indica quindi dieci percorsi per la Nuova Evangelizzazione nel Continente:
a cominciare dall’incontro personale con Gesù Cristo, “senza il qualche nessuno potrà
toccare il cuore dell’Asia” e dalla “passione per la missione” di cui sono un modello
esemplare i santi e i martiri che ci spronano a “condividere l’amore unico di Gesù
per il mondo intero”. I nuovi evangelizzatori in Asia, prosegue il messaggio, non
devono poi perdere mai di vista il Regno di Dio, che va visto non come realtà “separata
dal mondo”, “poiché l’annuncio di Gesù tocca ogni aspetto della vita e luogo della
società”. Per essere efficaci essi devono poi impegnarsi ad essere “testimoni e promotori
della comunione con Dio, con l’altro e con il Creato”: in un continente afflitto da
crescenti tensioni e conflitti che aspira all’armonia, “tutti i membri della Chiesa
– clero, laici, uomini donne, giovani e bambini – sono chiamati ad essere evangelizzatori,
costruttori di pace e di comunione”. In questo senso il dialogo, inteso come “capacità
di percepire la presenza nascosta di Dio nei poveri, nella ricchezza delle culture,
nella varietà delle religioni, nella profondità di ogni cuore umano” deve diventare
“il nostro modo di vita”. Inoltre, nella grande missione evangelizzatrice in Asia,
“la silenziosa, ma eloquente testimonianza di un’autentica vita cristiana richiede
una presenza umile, un approccio dialogico che comprenda una vita contemplativa e
di preghiera”. Ma il nuovo evangelizzatore in Asia non deve perdere di vista la dimensione
profetica della sua missione: “Essere profetico – spiega il messaggio – significa
essere consapevoli, con la guida dello Spirito Santo, delle contraddizioni del mondo
asiatico e denunciare ciò che degrada e spoglia i figli di Dio della loro dignità”.
Egli è quindi chiamato a proteggere “la dignità umana di tutti, soprattutto delle
donne e dei bambini e di coloro che sono ridotti a vivere come non persone”. Da ciò
discende la solidarietà con le vittime della globalizzazione, dell’ingiustizia, dei
disastri naturali e nucleari, del terrorismo e del fondamentalismo. Collegato alla
spiritualità di comunione è poi la difesa dell’ambiente: l’assemblea condanna l’abuso
“egoistico e miope” del Creato finalizzato solo al profitto e che ha contribuito al
surriscaldamento globale e ai cambiamenti climatici. Resta, infine, per il nuovo evangelizzatore
la fermezza della fede fino all’estremo sacrificio sull’esempio dei martiri cristiani
che anche l’Asia ha dato sin dagli arbori del cristianesimo. In conclusione, i vescovi
asiatici esortano il “piccolo gregge di Gesù” presente in Asia a non avere paura
e ad annunciare con coraggio il Vangelo ai miliardi di abitanti del continente che
costituiscono il 60% della popolazione mondiale. “Dalla nostra - affermano - abbiamo
la straordinaria ricchezza della nostra fede, Gesù Cristo, dono unico di Dio all’umanità”.
(A cura di Lisa Zengarini)