Edo Patriarca sull'agenda Monti: cerca di lavorare per il bene comune
Il mondo politico discute dell’agenda Monti. Berlusconi invita gli italiani a non
votare i piccoli partiti, perché, secondo il cavaliere, non seguono “mai l'interesse
generale”. Intanto il segretario del Pd Bersani auspica che l’Europa adesso si concentri
su “crescita” e “ lotta alla recessione”. Alessandro Guarasci.
Berlusconi
usa l’ironia quando parla di Monti: “ha ragione” di dire che “sale” in politica “perché
aveva un rango inferiore a quello di presidente del Consiglio – dice il cavaliere
- Io ho detto ‘sceso in campo’ perché avevo un rango superiore”. Berlusconi è comunque
consapevole che Monti potrebbe essere un serio concorrente sul fronte moderato. Ancora
comunque non è chiaro se ci saranno una o più liste in appoggio al presidente del
Consiglio. Per il Pd parla Stefano Fassina, responsabile economico, convinto che quello
di Monti non sia più un ruolo super partes, visto che ha “definito arcaica la sinistra,
attaccando la Cgil e Vendola”. Ma il senatore del Pd Pietro Ichino, in avvicinamento
a Verso la Terza Repubblica di Montezemolo, afferma che la lista Monti “ha una sua
vocazione maggioritaria e il programma del professore su molte cose è più di sinistra
di quello di Bersani”. Intanto le organizzazioni del Forum di Todi tornano a rivedersi
il 10 gennaio per analizzare la situazione politica.
E sull’agenda di Mario
Monti abbiamo sentito Edoardo Patriarca, segretario della Comitato organizzatore
delle Settimane Sociali:
R. - Nasce
una realtà che fa riferimento all’Europa, e che soprattutto fa riferimento al Partito
popolare europeo. In questi anni abbiamo sentito la mancanza, in questo strano bipolarismo,
di una forza politica liberale. Credo che questo sia un passo in avanti, così che
finalmente si abbia un partito popolare europeo non populista, non demagogico e che
non rincorra gli spiriti animali e i mal di pancia degli italiani; ecco, che non coltivi
quei mal di pancia ma che piuttosto li risolva.
D. - Secondo lei, è più alternativo
al Pd o al Pdl? Insomma con chi è la competizione?
R. - Sembra che in questo
caso Monti sia dentro il contenitore del Partito popolare europeo e quindi stia cercando
di ricomporre quell’area. Il partito che lo stesso Monti andrà a costruire, semmai
lo farà, sarà chiaramente alternativo ai partiti socialisti e democratici che sono
collocati in Europa in un altro contesto; quindi penso anche al Partito democratico.
Credo che nella stagione che verrà, forse troveremo finalmente due forze politiche
che sono finalmente europee e che gareggeranno nella capacità di rinnovare questo
Paese in una prospettiva liberale. Magari sarà un liberal conservatore, un liberal
riformista… Vedremo poi come queste parole acquisteranno un significato nuovo nella
stagione che verrà e spero che arrivi presto.
D. - Lei come vede il ruolo di
coloro che si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa in questa nuova formazione?
R.
- Se in questa nuova formazione i cattolici potranno essere protagonisti - come non
lo sono stati in questi anni di fatto, sempre un po’ marginali nelle varie formazioni
- credo che porterà del bene a questo Paese. Noi abbiamo svolto una Settimana Sociale
di Reggio Calabria sotto il segno di un’agenda per il Paese, un’agenda di speranza
per il futuro… Credo che già in quell’agenda, ci fossero dei semi perché appunto questa
presenza dei cattolici nella politica sia finalmente efficace e sia finalmente anche
generativa di qualcosa di nuovo.
D. - Possiamo parlare, secondo lei, di una
nuova stagione di riproposta di contenuti al di là delle ideologie?
R. - Credo
che Monti, in questa sua agenda, recuperi il senso di una politica che cerca di risolvere
i problemi delle persone, delle famiglie, delle imprese sotto il segno del bene comune.
Finalmente parliamo di bene comune, di Paese, di questioni da affrontare perché questo
Paese torni a crescere. In fondo, il metodo Monti è stato già sperimentato dai cattolici
a Reggio Calabria. Quel metodo, è il metodo di Reggio Calabria, quando noi decidemmo
insieme a 1200 delegati e scegliemmo quattro - cinque grandi priorità per questo nostro
Paese. Credo che questo sia lo stile che Monti abbia scelto e credo che sia lo stile
giusto per fare politica.