Crisi della famiglia: in crescita i figli privati dell’affetto del papà o della mamma
E’ in aumento il numero dei figli con un solo genitore: negli Stati Uniti, 15 milioni
di bambini, addirittura uno su tre, cresce senza il padre ed altri 5 milioni senza
la madre, ma anche in Italia sono oltre 2 milioni e 800 mila i bambini inseriti in
famiglie monogenitoriali: 2 milioni e 400 mila circa vivono senza padre e altri 400
mila senza madre. Roberta Gisotti ha intervistato Francesco Belletti,
sociologo, direttore del Centro internazionale di studi sulla famiglia (Cisf):
D. – Da decenni
si sente dire che viviamo un cambio dei modelli tradizionali di famiglia, ma dobbiamo
accettare questo cambio o si tratta piuttosto di una deriva da correggere?
R.
– Credo che tutte le grandi tendenze sociali vadano giudicate prima ancora che subite
passivamente. In particolare, questa post-modernità, che ha buttato via il matrimonio,
sta facendo un gravissimo errore, perché il matrimonio da sempre è stato il principale
luogo di custodia, soprattutto per le nuove generazioni e comunque delle parti deboli.
Quando si faceva un contratto matrimoniale si proteggeva la donna, si proteggeva la
parte fragile. Quindi, oggi, questo tema del pensare di poter fare famiglia senza
un progetto di coppia stabile, duraturo, che si faccia anche carico dei figli, è una
questione da sollevare dal punto di vista culturale. Poi, le coppie possono anche
rompersi, ma qui sta proprio passando un’idea per cui, con o senza matrimonio, con
o senza stabilità della coppia, è uguale tutto. Invece, assolutamente no: vivere con
una coppia genitoriale stabile per i bambini è il primo fattore di protezione.
D.
- Quindi, sta venendo meno la responsabilità genitoriale, che va al di là della coppia?
R.
– E’ una società che ha reso tutto più labile, più incerto, più temporaneo. Quindi,
anche sentimenti così forti, come l’amore tra un uomo e una donna, sono stati travolti
da quest’idea del "tutto sùbito", da quest’idea di un presente senza futuro. Manca
l’idea del patto, dell’alleanza, del fatto che la storia - e il tempo - poi riuscirà
a tenere insieme le persone. E questo è importante soprattutto per il benessere degli
uomini e delle donne, che fanno un progetto d’amore. Prima ancora dei figli sono le
persone che si separano, che soffrono, anche se la vulgata corrente dice che invece
basta separarsi civilmente, perché non succeda nulla. Invece, la ferità c’è, rimane
e non è senza conseguenze.
D. – Sta passando nell’opinione pubblica l’idea
che crescere un figlio da soli sia indifferente rispetto a crescerlo in due?
R.
– Questo credo di no. Forse qualcuno lo dice in maniera avventuristica, ma chi lo
sperimenta, chi si rende conto di quanto sia faticoso educare un bambino da soli,
senza il gioco di coppia, senza l’alleanza tra padre e madre, si rende conto che la
questione è sicuramente complicata. E’ chiaro che poi molte persone si organizzano
e riescono ad essere buoni genitori anche da soli, ma questo non significa dire che
sia una soluzione indifferente. Forse potremmo aggiungere che con i numeri che abbiamo
citato prima, in molti casi c’è ancora una bi-genitorialità, cioè se anche il bambino
è a casa solo con la madre o solo con il padre, in alcuni casi è possibile essere
ancora genitori pur abitando da un’altra parte. Naturalmente, però, è tutto più difficile
e dipende molto dal grado di conflittualità che è rimasto nella coppia.
D.
– Allo stato attuale della ricerca sociologica, si può dire quali conseguenze ci sono
nei modelli sociali che si stanno affermando?
R. – La letteratura internazionale
è controversa e spesso è carica di ideologia. Moltissimi saggi femministi o comunque
favorevoli a questa destrutturazione del matrimonio sostengono che i bambini nati
in una famiglia separata hanno gli stessi indicatori, ma la letteratura più seria,
più consolidata, le indagini longitudinali, cioè quelle che seguono nel corso del
tempo le vicende dei bambini e dei figli di divorziati e delle famiglie spezzate,
dicono che certamente quando la coppia genitoriale si spezza gli indicatori di fragilità
e di vulnerabilità crescono, crescono i comportamenti a rischio, cresce la devianza,
cresce l’esposizione all’uso di sostanze, cresce la difficoltà del diventare adulti,
perché di fatto la tenuta di una coppia genitoriale è il principale fattore di protezione
del benessere del bambino. Il bambino cresce bene dentro una coppia di genitori che
gli vogliono bene, se questa coppia si rompe, tutto diventa più in salita.