2012-12-27 13:26:06

Brasile. Mons. Krautler: la diga di Belo Monte è illegale e inaccettabile


“La gioia di essere chiamato a servire Dio, portando il Suo amore alle persone e a tutti i popoli, nessuno potrà mai togliere dal cuore di chi ha una missione basata e motivata nel Vangelo”. Così, mons. Erwin Krautler, vescovo della Prelatura del Xingu, sintetizza la sua esperienza in questi 40 anni di evangelizzazione lontano dalla Germania, nel cuore dell’Amazzonia. Tra tante storie vissute in queste quattro decadi in Brasile, mons. Krautler adesso è entrato con il cuore e l’anima nella lotta contro la costruzione della diga di Belo Monte. “Come vescovo devo convivere con diversi punti di vista ed essere tollerante, nonostante alcune volte sia contro ciò che penso. Tuttavia, non lascio indietro mai ciò che professo né la mia posizione contraria alla costruzione della diga che considero essere una follia. Purtroppo, non esiste un’altra parola. Belo Monte è inaccettabile e illegale e non sarà mai diversa”. I popoli indigeni che vivono vicini ai cantieri hanno assunto un atteggiamento pericoloso. “Il governo, tramite la ditta governativa Norte Energia vuole mettere a tacere gli indios e bloccare qualsiasi manifestazione. Gli indios ricevono cibo, imbarcazioni, carburante ecc. Benefici che non hanno mai pensato di avere. Ma come possiamo spiegare loro che tutto ciò è un cavallo di Troia e che quando prendono questi “regali” stanno in realtà gambizzando loro stessi?”. Mons. Krautler racconta che dopo l’elezione aveva richiesto una riunione con la presidente Dilma Rousseff. Ma quando ha sentito un intervento del segretario generale della presidenza in favore della costruzione della diga, ha cancellato l’incontro. “A cosa servirebbe l’incontro? Fare delle chiacchiere e posare per i fotografi? Il discorso del ministro ha svelato tutta l’intransigenza del governo quindi ho cancellato io l’udienza”, si rammarica mons. Krautler. Mancano soltanto due anni perché Mons. Krautler diventi vescovo emerito però secondo lui ciò non deve cambiare i suoi impegni in favore della dignità e dei diritti dei popoli indigeni, delle persone che vivono in riva ai fiumi amazzonici, delle donne, dei bambini, dei giovani, di chi non ha casa né terra. “La mia lotta continuerà in favore di quelli che sono stati esclusi dal ‘banchetto della vita’ e anche nella difesa dell’ambiente, la dimora che Dio ha creato per noi, finché Lui mi darà le forze per continuare”. (R.B.)







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