Natale in Terra Santa. Padre Pizzaballa: diminuiti i pellegrini per la crisi di Gaza
Con l’ingresso solenne del Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, nella piazza
della Mangiatoia a Betlemme, hanno preso il via le celebrazioni per il Natale in Terra
Santa. Quindi si terranno i Primi Vespri e il culmine sarà questa sera con la Messa
di Mezzanotte nella Basilica di Santa Caterina a cui assisterà anche il presidente
dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, e il premier, Salam Fayyad. E questo
Natale del 2012 è, in un certo senso, particolare, come ci spiega il custode di Terra
Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, al microfono di Debora Donnini:
R. – Rispetto
agli anni precedenti il Natale quest’anno è un po’ più calmo, nel senso che ci sono
meno pellegrini: dopo la crisi di Gaza ci sono state molte cancellazioni. Detto questo
la situazione al momento è abbastanza tranquilla. Diciamo che è un Natale forse un
po’ più sotto tono per questi motivi, ma lo vogliamo festeggiare lo stesso con gioia.
D.
– Quando si parla di Terra Santa, vi è associato il problema della pace. Qual è il
suo appello in questo senso?
R. – Sì, può sembrare paradossale che la terra
che è l’origine della pace, che ci ha dato il Principe dalla pace - ora celebriamo
il Natale - sia sempre segnata da conflitti. Questo vale sia per la Terra Santa che
un po’ per tutto il Medio Oriente in generale. Credo che per noi cristiani, in modo
particolare, il Natale significhi ricominciare: il Natale è una nascita, un nuovo
inizio. Gesù dice a Nicodemo, nel Vangelo di Giovanni, che per vedere il Regno di
Dio bisogna rinascere dall’alto. Per noi cristiani, penso soprattutto ai cristiani
di Siria, Egitto, ma anche di Terra Santa, è importante non cedere al disfattismo,
non pensare che non c’è più niente da fare, che è tutto finito, non ci sarà mai la
pace… Significa cominciare di nuovo, rimboccarsi le mani, avere fiducia e credere
che, anche se poco, possiamo cambiare ancora qualcosa.
D. – Com’è la situazione
dell’emigrazione dei cristiani dalla Terra Santa? E’ ancora forte o è leggermente
diminuita?
R. – La migrazione dei cristiani di Terra Santa in questo momento
è rallentata, c’è sempre un fenomeno ormai fisiologico, ma rispetto agli anni precedenti
la situazione è più tranquilla. E’ più tragica la situazione in Siria e in Egitto.
D.
– In questo momento la notizia della decisione di Israele di costruire 2.600 nuove
abitazioni a Gerusalemme Est ha destato una forte reazione da parte palestinese, per
cui si parla di un ricorso alla Corte penale internazionale, e anche a livello internazionale
da parte dell’Onu, dell’Unione Europea. Lei cosa pensa in proposito? Questo è un problema
scottante…
R. - Direi di sì e tocca uno degli aspetti più delicati e difficili
del rapporto tra israeliani e palestinesi: Gerusalemme e il futuro di Gerusalemme.
Questa decisione del governo israeliano è una ritorsione per il riconoscimento della
Palestina all’Onu come Stato osservatore non membro. Mi auguro che sia solo una dichiarazione
di ritorsione e che non sia attuata perché questo creerebbe una tensione ancora maggiore
e poco prevedibile in questo momento.