2012-12-24 15:03:04

India in piazza contro la violenza sulle donne. Singh: lavoreremo per la sicurezza


Un altro stupro di massa in India. L’episodio risale ad alcuni giorni fa e si riferisce ad una giovane donna violentata e ridotta in fin di vita a New Delhi da tre uomini, uno dei qual sarebbe stato arrestato. Il primo ministro indiano Singh, a seguito di diversi fatti del genere, ha lanciato un appello alla calma, ma ha anche promesso l'inasprimento delle pene per i responsabili e che il suo governo “farà ogni possibile sforzo per garantire la sicurezza delle donne”. Ma quello degli stupri di gruppo è un fenomeno davvero in crescita in India? Cecilia Seppia lo ha chiesto a Claudio Landi, esperto di questioni indiane: RealAudioMP3

R. - Io non sarei sicuro che il fenomeno ora è in crescita. Infatti, le violenze contro le donne nella società indiana sono molto forti, molto rilevanti, perché si sommano poi alle stratificazioni e alle rigidità di casta. Sicuramente sta crescendo presso un settore, un segmento influente, della popolazione indiana, in particolare nelle metropoli, la coscienza e la consapevolezza che questi fatti sono estremamente gravi e preoccupanti.

D. – Il premier Singh ha detto che il governo intensificherà tutte le misure di sicurezza per proteggere le donne ma ha mostrato anche il pugno duro, ha detto che i responsabili verranno puniti. C’è chi addirittura paventa la possibilità di un ripristino della pena capitale per queste persone…

R. – Io non so poi cosa cambierà effettivamente. In tutti i casi di processi di stupro in India, il problema grosso che esiste è che questi processi spesso possono iniziare solo su querela di parte, per così dire, ed espongono ovviamente la vittima e la famiglia della vittima a una situazione sociale e culturale, per usare un eufemismo, non particolarmente gradevole. Una cosa è sicura: il primo ministro Mohamed Singh, quando fa queste dichiarazioni o questo genere di aperture, lo fa spinto dalla vera leader politica del Paese, la presidente del partito del Congresso, Sonia Gandhi. Sonia Ghandi è sempre, da tempo, molto attenta alle questioni e alle problematiche delle donne in India. Per esempio, ha sponsorizzato con forza e determinazione la legge sulla rappresentanza delle donne nelle istituzioni politiche e rappresentative indiane, scontrandosi con resistenze immani e mostruose anche da parte di partiti laici e progressisti.

D. - Infatti, il premier Singh pur facendo un appello alla calma - perché ricordiamolo, la tensione in questi giorni, soprattutto a New Delhi è altissima - in realtà ha ammesso che la rabbia della gente è genuina e giustificata, quindi la sua è una posizione molto precisa…

R. – Sì, tra l’altro questa, come dicevo all’inizio, è una presa di coscienza di segmenti della società indiana molto rappresentate in particolare nelle classi medie urbane e anche questo, in qualche modo, diciamolo francamente, fa parte di un gioco politico da parte del partito del Congresso. Premesso che la condizione delle donne in India è molto dura, basti pensare agli infanticidi delle ragazzine appena nate o al fatto che vengano favoriti gli aborti nel caso che il sesso del nascituro sia femminile - questo nonostante sia vietato dalla legge indiana è una pratica molto diffusa, tra l’altro spesso in stadi relativamente avanzati -, quando si parla di India, è anche il caso di dire che negli ultimi tempi si sono viste chiaramente situazioni di mobilità sociale a favore delle donne sia nei ruoli economici, sia nei ruoli politici. Insomma, l’India sta cambiando.

D. – Anche il fatto che migliaia di persone siano scese in piazza sfidando i divieti sicuramente è un altro segno importante di cambiamento nella società civile?

R. – Anche qui, le capacità di mobilitazione della società indiana sono sempre state molto forti. Due anni fa ci furono le manifestazioni interessanti e importanti del movimento contro la corruzione, della campagna contro la corruzione. La società indiana è sempre stata piuttosto reattiva, nel bene e nel male è molto capace di mobilitazione. Le società asiatiche sono molto forti, quindi spesso hanno capacità di mobilitazione che noi occidentali scopriamo solo in particolari momenti come questo.







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