Il cardinale Scola: senza una chiara politica per la famiglia il futuro del Paese
è a rischio
L’Italia celebra questo Natale in un contesto di grave crisi economica. Luca Collodi
ha chiesto al cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che significato
dare a questa Solennità in tale situazione:
R. – Siamo chiamati
ad attraversare questa prova che diventa evidente nell’aspetto della crisi economica
e finanziaria, ma che morde ormai sulla vita della gente con la perdita dei posti
di lavoro e con la mancanza di prospettiva lavorativa per i giovani. Come muoverci
in questo ambito? Dobbiamo trovare ragioni adeguate per una speranza che sia veramente
costruttiva e realistica. Io trovo che la ragione numero uno sia proprio il contenuto
del Natale, cioè il Dio che si fa vicino a noi, patisce con noi queste fatiche e questo
travaglio, ma nello stesso tempo ci apre alla speranza che viene dal suo amore, il
quale ci sollecita a tutte le azioni possibili, perché si possa uscire rinnovati da
questa prova. Le azioni sono quelle più elementari, per esempio aggiungere un posto
a tavola per i più bisognosi, in questo tempo natalizio, impostare una solidarietà
più costruttiva, riformulare le leggi della finanza, ritrovare un’energia nella nostra
persona. Allora, in questo caso, realmente, la nascita di Gesù è guardata in tutte
la sua prospettiva, perché Gesù viene al mondo per dare la vita per la nostra salvezza,
e può diventare una rinascita per tutta la famiglia umana, se diventa una rinascita
per noi personalmente.
D. – La famiglia è la realtà più colpita dalla crisi
economica, famiglia che sta tenendo insieme lo sfilacciamento della società italiana.
La politica, però, sembra non rendersene conto, perché?
R. – Questo è veramente
uno strano, stranissimo destino della politica, in un Paese come il nostro, che con
chiarezza ha sempre avuto nell’ispirazione cristiana, liberamente accolta e aperta
a tutte le altre posizioni, un punto di riferimento. Altri Paesi, apparentemente più
secolarizzati, come la Francia, hanno preso delle iniziative decisive contro il “gelo”
demografico, per sostenere la famiglia. Da noi, purtroppo, la politica non lo ha fatto.
Noi aspettiamo con forza un salto di qualità a questo livello. In compenso sono molte
le realtà che, a livello della società civile, agiscono ogni giorno con un grande
senso di solidarietà e con una forza di sussidiarietà veramente costruttiva a favore
della famiglia. Ma senza un riconoscimento obiettivo, politico ed economico da parte
dello Stato, senza una politica chiara della famiglia, realmente il futuro del nostro
Paese è a repentaglio.