Lotta agli stupri in India: vietate le manifestazioni ma il governo promette pene
più dure
In India, il centro di Nuova Delhi è stato interdetto ieri ad ogni manifestazione:
vietati i cortei nelle aree vicine al palazzo presidenziale e al parlamento. Lo ha
deciso la polizia dopo gli scontri con i manifestanti che chiedevano sicurezza e lotta
alla criminalità, ad una settimana circa dallo stupro di una studentessa. Dopo il
tragico episodio, che ha visto la ragazza 23enne ridotta in fin di vita da sei uomini
che l'hanno violentata e torturata a bordo del bus privato sul quale era salita con
il fidanzato, avvenuto in un quartiere residenziale della capitale, nel Paese divampa
la polemica sulle misure di contrasto al reato. Di fronte alla collera della popolazione,
il governo indiano ha annunciato un inasprimento delle pene e si parla della possibilità
di introdurre nel codice penale la pena capitale per alcuni casi “eccezionali” di
violenza sessuale. La pena massima prevista per il momento per gli stupratori è l'ergastolo
ma, secondo gli osservatori, spesso non si arriva neanche al processo per le difficoltà
imposte a chi deve denunciare. Ieri il premier indiano Manmohan Singh ha incontrato
il ministro degli Interni per chiedere di “fare tutto il possibile per rendere sicure
le donne nella capitale” e perché “non si ripetano più incidenti del genere”. (C.D.L.)