Nello spirito
del "Cortile dei Gentili", del Pontificio Consiglio della Cultura,
la Radio Vaticana ospita le riflessioni sul Natale di alcuni pensatori non credenti,
come opportunità di approfondimento e occasioni di dialogo. Per il filosofo
Giacomo Marramao il Natale è prima di tutto la festa in cui si riflette sulla
"nascita" e sulla "creaturalità". "Non siamo nati per partogenesi, siamo creature"
spiega. "Il fatto che Dio abbia ritenuto necessario per la nostra salvezza, scendere
nel mondo e divenire creatura mi è sempre sembrato uno straordinario racconto della
nostra condizione di uomini, non esseri onnipotenti, ma creature, a loro volta libere
per volere del creatore". Per lo scrittore Vincenzo Cerami il Natale
è invece soprattutto il momento della famiglia. "Ricordo - ci racconta - che quando
con Roberto Benigni scrivevamo il film 'La vita è bella' ci trovavamo di fronte all'immagine
della Sacra Famiglia, in quei due genitori con il loro figlio, gettati nell'inferno
dell'Olocausto. La famiglia resta, nonostante tutto, un'isitituzione sacra irrinunciabile
per la nostra cultura cristiana". "Se dovessi scrivere un film sul Natale - aggiunge
Cerami - oggi vorrei raccontare il senso di questa festa e riaprire in maniera problematica
ed efficace i grandi temi della nascita, della morte e della resurrezione. Ma in un
modo sobrio, povero, come quello dei presepi, senza effetti speciali". Il Natale è
invece "la festa dei sentimenti" per lo psicoanalista Umberto Galimberti. "I
giovani oggi raramente arrivano ai sentimenti. Hanno gli impulsi, le emozioni. I sentimenti,
invece, s'imparano. Ed è bene che i giovani li raggiungano altrimenti restano in una
condizione pre-umana". "Oggi - aggiunge Galimberti - i sentimenti sono trascurati,
è quasi meglio che non siano fatti vedere. Se almeno c'è un giorno in cui si possono
esprimere, mi sembra una cosa importantissima". (A cura di Fabio Colagrande)