Proposta inglese per togliere dalla "Promessa scout" la parola "Dio". Intervista con
padre Salucci
Dal giuramento Scout potrebbe sparire la parola “Dio”. La proposta arriva dall’Inghilterra,
patria del fondatore dell’associazione Robert Baden-Powell, dove i due terzi dei giovani
dicono di non avere alcun credo religioso. Dopo le accuse di discriminazione religiosa,
le associazioni scout inglesi aprono così ad una variante della promessa. L’idea è
partita da un episodio di qualche anno fa che ha visto un bambino inglese di 11 anni
rifiutarsi di pronunciare il giuramento a Dio perché cresciuto in una famiglia non
credente. Alessandro Filippelli ha intervistato padre Alessandro Salucci,
assistente ecclesiastico generale dell’Agesci:
R. - Il fondatore,
il generale Baden Powell, inglese, figlio tra l’altro di un uomo molto religioso,
voleva che ci fosse sempre il riferimento a Dio. Per lui è fondamentale questa dimensione
di Dio perché altrimenti si pone in essere un sistema educativo, che non si sa a quali
valori educhi. Per lui è essenziale che il metodo educativo educhi a dei valori ben
precisi. Quindi togliere come premessa al sistema educativo scout la parola “Dio”
è porre in essere qualcosa di diverso da quello che oggi intendiamo e dal significato
che attribuiamo allo scautismo.
D. - Cosa pensa delle accuse di discriminazione
religiosa nello scautismo che ci sono state in Inghilterra?
R. - Io credo che
oggi sarebbe discriminante togliere la parola “Dio”. Discriminante nel senso che il
movimento che ha estensione mondiale, con un numero di iscritti impressionante, i
quali hanno creduto che i valori che hanno promesso di realizzare tramite questo bellissimo
decalogo, che è la legge scout – ecco perché la promessa è qualcosa su cui si cresce
– non è discriminante affatto, anzi diventa centrale perché dà un’identità. La discriminazione
accade quando l’identità viene offesa. Quando diamo identità a qualcosa non discriminiamo
nessuno, anzi permettiamo la piena realizzazione.
D. - Dio e valori etici:
un binomio che potrebbe venir meno con la cancellazione della parola “Dio”…
R.
- Potrebbe sicuramente venir meno, perché toglieremmo un fondamento all’etica; quindi
dallo schema scout ci risulterebbe difficile pensare un’etica senza Dio. L’alternativa
è che non si parli più di scautismo, ma che si utilizzi soltanto quella pedagogia
che Baden Powell ha messo in atto rispetto alla natura: la valorizzazione del singolo,
l’educazione comunitaria, l’educazione alla libertà. Un’annacquatissima dimensione
etica che può cambiare; l’alternativa è solo questa, avere qualcosa che non è più
scautismo.
D. - In merito a questa proposta di togliere la parola “Dio” che
arriva dall’Inghilterra, cosa pensa di fare l’Agesci?
R. - Oggi il movimento
scout è federato a livello mondiale. Quindi, indubbiamente c’è un’organizzazione mondiale
- un comitato - che poi dovrà mettere la parola definitiva sul termine. Precisiamo
che in Inghilterra si sta parlando di proposte; è una riflessione che inizia, ed è
figlia dei tempi che stiamo vivendo. Certo noi, da parte nostra, partecipando tra
l’altro come scautismo cattolico italiano, abbiamo anche una posizione di un certo
prestigio, di peso. Noi stiamo già facendo i nostri passi per presentare le nostre
proposte alternative, soprattutto per tenere presente che questo è nel dna dello scautismo
per come lo ha fondato Baden Powell. Quindi togliere la parola “Dio” dalla promessa
vuol dire annullare, azzerare completamente l’ispirazione del fondatore.