Papua Nuova Guinea. Le comunità cristiane: urge intervento legislativo contro la poligamia
La poligamia non è solo una pratica anticristiana e contro la legge morale, ma è anche
una minaccia sociale. Per questo urge inserire nell’agenda politica una legge per
impedirla. Con tali argomenti le comunità cristiane della Papua Nuova Guinea, attraverso
i leader, incontri, interventi pubblici, stanno portando avanti una campagna per rendere
illegale la poligamia nella nazione. Come riferito a Fides dalla Chiesa locale, di
recente un intervento legislativo per vietare la poligamia è stato proposto dal governatore
della provincia di Eastern Highlands, Julie Soso. Già nel 1982, un altro leader politico,
Peter Peipul, chiedeva la messa al bando della poligamia, definendola “disgustosa”
e “incostituzionale”. Anche se negli anni successivi si è discusso della riforma sul
diritto di famiglia e del divieto della poligamia, la pratica resta legale. “Nelle
zone in cui la poligamia è ancora praticata, ci sono crescenti casi di donne accusate
dell'omicidio di un'altra delle mogli dei loro mariti. I diritti delle donne saranno
sempre calpestati finché la poligamia resta in vigore. Ogni essere umano, maschio
o femmina, ha uguali diritti ai sensi della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo”
spiega Paul Harricknen, avvocato cattolico e consulente della Conferenza Episcopale
della Papua. I vescovi, rimarca, premono per “l'eliminazione di tutte le forme di
discriminazione contro le donne”. “Di solito la poligamia è imposta alle prime mogli,
che soccombono a causa della loro svantaggio economico e sociale, o semplicemente
scelgono di mantenere la loro fedeltà al matrimonio”. Ed è una pratica che “provoca
caos e abusi nella società”.