Presto Santi i martiri di Otranto, Paolo VI è Venerabile
Benedetto XVI ha autorizzato ieri la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare
i Decreti riguardanti numerosi nuovi Santi, tra cui Antonio Primaldo e compagni, oltre
800, uccisi in odio alla fede durante l’assedio turco di Otranto nel 1480, 40 nuovi
Beati, tra cui molti martirizzati durante la guerra civile spagnola, e 10 nuovi Venerabili,
tra cui Paolo VI, di cui sono state riconosciute le virtù eroiche. Benedetta Capelli
ha sentito la reazione del postulatore della Causa di Beatificazione di Papa Montini,
padre Antonio Marrazzo:
R. – Una grande
gioia, una grande serenità … A parte la devozione che c’è da parte di tanti fedeli
un po’ in tutto il mondo, e l’abbiamo provato con la documentazione nella positio,
ma poi c’è anche il fatto che Montini rappresenta uno spaccato importante della Chiesa
e ci ha fatto riscoprire la parte fondamentale del nostro essere cristiani: un ritorno
ad un Cristo più autentico, e anche all’umanità di Cristo.
D. – Lei, ovviamente,
ha studiato tutti i documenti riguardanti Paolo VI. Emerge una figura diversa di Papa,
rispetto a quella che conosciamo?
R. – Soprattutto, emerge un uomo diverso,
più che un Papa diverso. Su Montini ci sono stati troppi luoghi comuni che non trovano
riscontro, poi, nella realtà, nei documenti, né in quello che lui è stato. Per capire
Papa Montini bisogna guardare le foto e guardarlo negli occhi, guardare lo sguardo
di Montini, e in più, leggere i suoi scritti. Ne viene fuori un’umanità che se appare
riservata da un lato, non significa né che fosse timido né tantomeno scontroso, chiuso.
No: Montini sentiva molto dentro, era una persona molto, molto sensibile. Ecco perché
dicevo che bisogna guardare gli occhi. Una caratteristica era l’attenzione agli altri:
l’attenzione ai bisogni delle persone, alle loro esigenze, ai loro drammi. E’ stato
definito il Papa che non prendeva decisioni o le prendeva dopo tempo; in questo c’è
una connotazione più positiva che negativa: era un uomo prudente. Quindi, abbiamo
questa attenzione da parte di Montini alle realtà concrete, alle realtà degli altri
e degli ultimi: basti vedere il discorso sulla pace, che lui ha cercato di portare
avanti non solo con l’istituzione della Giornata mondiale della pace, ma anche con
il suo discorso all’Onu; ma anche il suo volere andare incontro alla gente più semplice:
l’abbiamo visto in modo particolare nei viaggi, ma anche quando andava nelle parrocchie
romane, nelle borgate. Andava anche a visitare le persone a casa … Viene fuori un
po’ una figura diversa di quest’uomo, di una sensibilità concreta, più interiore.
Non ci teneva tanto a farsi vedere, a farsi notare: quello no. Ci troviamo di fronte
ad una persona che potremmo definire un mistico; viveva con Cristo un rapporto personale,
vero, senza paraventi e senza fratture o frammenti, senza ostacoli. Ed è molto bello
accostarsi ad una persona così, perché la si ritrova autentica. Non solo, ma era un
uomo di una fede vera: abbiamo visto i suoi gesti! Certe idee, in quel periodo, specialmente
quello che ha vissuto da Pontefice, erano difficili da fare entrare, eppure lui le
ha fatte entrare nel tessuto ordinario della gente. Oggi noi possiamo parlare e capire
di pace, di dignità umana, di rispetto della persona, di rispetto per la vita, per
la famiglia e lo dobbiamo a lui!
D. – Quindi, un messaggio complesso, che però
ha toccato il cuore dei fedeli tant’è che la sua fama di santità è cresciuta negli
anni. Ecco: questa fama di santità quanto ha contribuito?
R. – Io penso che
la fama di santità abbia contribuito tantissimo. Più che crescere, io credo che la
fama di santità si sia manifestata con gli anni. La fama di santità senza clamore,
vissuta quasi a livello intimo, individuale delle persone … Tutti speravano quello
che oggi abbiamo avuto; solo che però non sapevano, non se ne parlava … Montini ha
dovuto lavorare su due fronti: c’era un discorso interno alla Chiesa, che doveva rivedere
se stessa, e quindi lui ha manifestato questo aspetto tramite determinati gesti. Ma
ovviamente, è stato più un lavoro ad intra che ad extra, quello di Montini, e la gente
l’ha avvertito. Però, lo ha sentito vicino e lo ha sentito come santo.
D. –
Ora, quali saranno i prossimi passi?
R. – Al momento sto analizzando un caso
di guarigione avvenuto una decina di anni fa, in riferimento alla storia di un feto:
durante la gestazione, si erano manifestati rischi sia per il feto sia per la madre.
Stiamo indagando di fronte ad un avvenimento veramente straordinario e sovrannaturale,
avvenuto per intercessione di Paolo VI.
D. – Un miracolo della vita, da un
Papa che ha scritto un’Enciclica dedicata proprio a questo: l’Humanae Vitae …
R.
– In linea con il suo magistero: con la difesa della vita, espressa nell’Enciclica,
ma anche in difesa della famiglia, perché l’Enciclica Humanae Vitae è sull’amore coniugale,
non è soltanto sul problema della vita nascente. Questa guarigione è logica nella
linea di Montini …
Tra i prossimi nuovi Santi figurano anche la Beata Laura
di Santa Caterina da Siena (al secolo Maria Laura di Gesù Montoya y Upegui), fondatrice
della Congregazione delle Suore Missionarie della Beata Vergine Maria Immacolata e
di Santa Caterina da Siena, nata a Jericó (Colombia) il 26 maggio 1874 e morta a Belencito-Medellín
(Colombia) il 21 ottobre 1949; e la Beata Maria Guadalupe (al secolo Anastasia Guadalupe
García Zavala), confondatrice delle Ancelle di Santa Margherita Maria e dei Poveri,
nata a Zapopan (Messico) il 27 aprile 1878 e morta a Guadalajara (Messico) il 24 giugno
1963.