2012-12-20 20:08:19

Monti: sulle riforme siamo solo all'inizio. L'appoggio della Fiat al premier


Mario Monti arriva a Melfi, e riceve gli applausi degli operai e l’appoggio di Marchionne. "Da qui ripartono i rapporti con la Fiat", dice il premier, che avvisa gli italiani: sulle riforme siamo solo all’inizio. Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

Da irresponsabili dissipare i tanti sacrifici che gli italiani si sono assunti. Sono le parole che Mario Monti sceglie per avviare quella che in molti hanno indicato come la campagna elettorale del premier. A Melfi, tra gli applausi degli operai e l’endorsement di Marchionne, parla della ripresa dei rapporti tra Italia e Fiat. Ma pure della possibile svolta del Paese: 13 mesi fa, dice Monti, l’Italia aveva la febbre alta e non bastava un’aspirina. Dunque: le riforme strutturali sono state una medicina amara, difficile da digerire, ma necessaria. In appoggio al premier arriva il capo dello Stato. Al termine di un 2012 difficile e di un 2013 denso di incognite, dice Napolitano, è necessario rinnovare l’alto tasso di credibilità dell’Italia. La possibile scesa in campo di Monti trova il sarcasmo di Silvio Berlusconi, che definisce il premier un 'piccolo protagonista'. Berlusconi attacca tutto e tutti: le uscite di Bersani contro il conflitto di interessi sono un disco rotto, dice, puntando Rai e La 7, accusata di fare trasmissioni 'contro'. Ma l’offensiva mediatica del Cavaliere, secondo Bersani, non basterà a Berlusconi per vincere le elezioni. "Ci vorrà altro, dice il segretario del Pd, perché gli italiani dimentichino dove ha portato il paese". E si rivolge poi a Monti: le formazioni politiche create attorno alle persone non possono far bene all'Italia.

Intanto si continua a discutere sulle liste di centro che potrebbero appoggiare un possibile impegno elettorale di Monti. Alessandro Guarasci ne ha parlato con l’editorialista Domenico Rosati:RealAudioMP3

R. – Non nasce ancora un polo, nasce un’aggregazione ancora piuttosto informe, che però si distingue dal centro-sinistra. Quello è l’elemento distintivo. Non credo che possa dirsi che appoggerà la sinistra, questo semmai si vedrà dopo le elezioni, a seconda dell’esito.

D. – Ma Monti può essere, secondo lei, un vero federatore?

R. – C’è un grosso tifo, una grossa aspettativa che è stata creata, più che alimentata da lui. Lui però si è prestato. Credo che possa aggregare una lista, ma credo che aggregare invece una posizione politica precisa sia più difficile, perché la critica che si fa il centro-sinistra, di non essere omogeneo, vale a maggior ragione per tutti i soggetti che sono considerati nel centro, essendo molto diversi tra di loro.

D. – In questo cosiddetto nuovo centro, non vi sono un po’ troppe personalità eterogenee? Vediamo Montezemolo, Olivero, Ainis. Insomma, persone che hanno una storia differente...

R. – Questo non è di per sé un guaio. Bisogna però che l’accordatore trovi l’armonia e questo mi pare più difficile, perché poi quando si arriva al computo degli interessi, delle esigenze, delle istanze, c’è sicuramente qualche contrasto. Una vittoria potrebbe evidentemente compattare le convinzioni, ma con qualche riserva.

D. – Secondo lei, ormai siamo alla fine del bipolarismo che, per tanti anni, è stato in qualche modo indicato come una delle possibili cure dei mali italiani...

R. – Se si conforma un terzo polo omogeneo e organico, con qualche prospettiva di presenza in campo politico, il bipolarismo può anche finire, nel senso che a questo punto i poli diventano tre. Se invece questo non avviene, il bipolarismo rimane sotto mentite spoglie. D’altra parte, il centro-sinistra si è manifestato in una maniera abbastanza precisa con le primarie e la polarità diversa è antagonista al centro-sinistra. Questo va chiarito. A meno che non dicano prima, ma lo dicano tutti - non solo Olivero, ma anche Fini e compagni - che lavorano per un’alleanza con il centro-sinistra. Il che mi pare improbabile in questa vigilia elettorale.







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