Monti: non dissipare i sacrifici degli italiani. Sul centro intervista con Domenico
Rosati
Il premier Mario Monti dice che “sarebbe irresponsabile dissipare i tanti sacrifici
che gli italiani si sono assunti''. Di avviso contrario Berlusconi convinto che l’austerità
porti alla depressione, mentre per il segretario del Pd Bersani gli italiani non dimenticano
dove il Cavaliere ha portato il Paese. Intanto si continua a discutere sulle liste
di centro che potrebbero appoggiare un possibile impegno elettorale di Monti. Alessandro
Guarasci ne ha parlato con l’editorialista Domenico Rosati
R.
– Non nasce ancora un polo, nasce un’aggregazione ancora piuttosto informe, che però
si distingue dal centro-sinistra. Quello è l’elemento distintivo. Non credo che possa
dirsi che appoggerà la sinistra, questo semmai si vedrà dopo le elezioni, a seconda
dell’esito.
D. – Ma Monti può essere, secondo lei, un vero federatore?
R.
– C’è un grosso tifo, una grossa aspettativa che è stata creata, più che alimentata
da lui. Lui però si è prestato. Credo che possa aggregare una lista, ma credo che
aggregare invece una posizione politica precisa sia più difficile, perché la critica
che si fa il centro-sinistra, di non essere omogeneo, vale a maggior ragione per tutti
i soggetti che sono considerati nel centro, essendo molto diversi tra di loro.
D.
– In questo cosiddetto nuovo centro, non vi sono un po’ troppe personalità eterogenee?
Vediamo Montezemolo, Olivero, Ainis. Insomma, persone che hanno una storia differente...
R.
– Questo non è di per sé un guaio. Bisogna però che l’accordatore trovi l’armonia
e questo mi pare più difficile, perché poi quando si arriva al computo degli interessi,
delle esigenze, delle istanze, c’è sicuramente qualche contrasto. Una vittoria potrebbe
evidentemente compattare le convinzioni, ma con qualche riserva.
D. – Secondo
lei, ormai siamo alla fine del bipolarismo che, per tanti anni, è stato in qualche
modo indicato come una delle possibili cure dei mali italiani...
R. – Se si
conforma un terzo polo omogeneo e organico, con qualche prospettiva di presenza in
campo politico, il bipolarismo può anche finire, nel senso che a questo punto i poli
diventano tre. Se invece questo non avviene, il bipolarismo rimane sotto mentite spoglie.
D’altra parte, il centro-sinistra si è manifestato in una maniera abbastanza precisa
con le primarie e la polarità diversa è antagonista al centro-sinistra. Questo va
chiarito. A meno che non dicano prima, ma lo dicano tutti - non solo Olivero, ma anche
Fini e compagni - che lavorano per un’alleanza con il centro-sinistra. Il che mi pare
improbabile in questa vigilia elettorale.