Sì dell’Ue all’emendamento sull’Imu: no al recupero delle esenzioni del passato
La Commissione Ue chiude il caso sulle esenzioni Ici-Imu al mondo del no profit.
Bruxelles infatti ha dato il via libera al regolamento Imu che prevede l'esenzione
per le attività di carattere non economico, giudicando “incompatibili” le precedenti
esenzioni Ici alle attività non commerciali. L'Italia, tuttavia, – specifica l’Ue
- non dovrà recuperare gli aiuti concessi tra 2006 e 2011. Per il presidente della
Cei, card. Bagnasco la sentenza ''non è un privilegio particolare'' ma ''un atto
di giustizia ed equità. Ma come è stato accolto questo pronunciamento dal mondo del
no profit? Paolo Ondarza lo ha chiesto all'esperto del settore Sergio Marelli: R. – Sicuramente
con un grande sospiro di sollievo. In questi tempi già di per sè così difficili, forse
questa sarebbe stata la mazzata conclusiva. Ma soprattutto io concordo con quanto
ha dichiarato il cardinale presidente Bagnasco nel ribadire che questa è soprattutto
una sentenza di giustizia, perchè il ruolo svolto dalle strutture ecclesiastiche a
servizio del Paese, e quindi anche il grande risparmio anche dal punto di vista economico
che queste hanno prodotto diminuendo i costi a carico dello Stato, penso trovino in
questa sentenza un giusto riconoscimento. Soprattutto in questo modo si allontana
il fantasma, lo spettro di dover addirittura restituire, recuperare dei soldi - ribadisco
- in un momento in cui le risorse economiche per il terzo settore sono ai minimi storici.
D.
- L’eventuale recupero delle somme relative al 2006 - 2011 avrebbe messo completamente
in ginocchio il terzo settore? R. - Io penso di si, perchè già in questo momento
siamo alla frutta, come si dice. I ripetuti tagli degli ultimi governi, e poi
la mazzata finale della spending review di quest’anno, avrebbero veramente tolto quel
poco di ossigeno che resta - laddove ancora resta - nelle casse delle organizzazioni
no - profit.
D. - C’è dunque un riconoscimento da parte di Bruxelles delle
attività no - profit per l’importante ruolo sociale che esse svolgono?
R. -
Sì, questo è il grande valore di questa sentenza. Finalmente l’istituzione europea
riconosce il grande ruolo apportato dal terzo settore e dal volontariato proprio nel
fornire dei servizi di base che sono fondamentali per i cittadini, che fanno risparmiare
le istituzioni pubbliche, e che diventano ancor più necessarie in questo momento dove
il bisogno di servizi - vista la grande crisi economica - chiede oltre modo un intervento
accresciuto del no - profit e degli enti ecclesiali.
D. - Colpisce che la Commissione
europea - correttamente - non parla mai di esenzioni alla Chiesa, come invece avviene
nel dibattito in Italia, ma di aiuti al no -profit...
R. - Certo, perchè appunto
non si tratta di privilegi, ma di un ruolo sussidiario importante che lo Stato deve
riconoscere ai soggetti privati che operano - ripeto - a servizio dei suoi cittadini
e all’interno dei propri confini.