Negli Stati Uniti il presidente Obama appoggia le proposte per recuperare il bando
delle vendite delle armi d'assalto. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney fa sapere
che il presidente è d'accordo con l'iniziativa che la senatrice della California Dianne
Feinstein porterà in Congresso a gennaio. Della questione armi ma anche del dibattito
sul debito ci riferisce il servizio di Fausta Speranza
I
20 bambini e sei adulti massacrati dal giovane armato: la tragedia della scuola elementare
in Connecticut della settimana scorsa ancora scuote gli animi. E Obama spinge per
ripristinare il bando delle armi d'assalto, imposto da Bill Clinton nel 1994 e scaduto
nel 2004 sotto l'era di George W. Bush. Il primo punto è proprio evitare la facile
scappatoia ai paletti che la legge statunitense prevede. La cosiddetta ''scappatoia
delle fiere delle armi'', i gun-shows che consentono di acquistare armi d'assalto
a tutti senza i controlli obbligatori in un negozio con regolare licenza. Controlli
che escludono tossicodipendenti, persone con problemi mentali o violenti. Nota da
non trascurare: a Wall Street in queste ore le perdite di titoli dell'industria delle
armi da fuoco sfiorano i meno 10 punti. Dopo il ritiro da alcuni siti di catene commerciali
della pubblicità di alcune armi, sembra si possa parlare di svolta di tendenza. Intanto
non si può dimenticare che nei prossimi giorni si gioca la partita sul fiscal cliff:
il cosiddetto precipizio fiscale in cui Washington cade se non controlla il debito:
Obama cerca un compromesso mettendo in conto l’aumento del tetto del debito per due
anni ma anche più tasse, per chi guadagna oltre 400.000 dollari l'anno, e tagli alle
spese per 1.200 miliardi.