mons. Vincenzo Pelvi, arcivescovo Ordinario Militare per l'Italia I due ragazzi
Massimiliano e Salvatore, i marò italiani trattenuti in India, sperano tanto in un
permesso nmataliziio. E’ chiaro che sono un po’ perplessi per tutta la situazione
ma confidano nella giustizia. Hanno una grande attenzione ai passi che le nostre Istituzioni
hanno ponendo in essere e certamente anche la recente visita del Ministro della Difesa
otre all’amicizia dei nostri cappellani che si rendono presenti in India in questo
periodo di Natale, tutto va nel senso di un’attesa di un ritorno che podda ridare
loro l’ordinarietà della vita. Credo che l'annunciata revisione dello strumento
militare va a incidere unicamente ed esclusivamente sul numero , non certo sulla qualità
di quello che è un servizio all’uomo e di quella che è una disponibilità permanente
in situazioni di calamità naturali, in situazioni di paura per difficoltà di vita.
I nostri militari continueranno ad essere i protagonisti di un volontariato quotidiano.
A Natale, il pensiero andrà ai nostri giovani che hanno donato la vita per umanizzare la
storia perché le missioni internazionali sono missioni di umanizzazione. Il Natale
certo sarà per tante famiglie dei nostri soldati, un Natale di lutto, un Natale di
silenzio, ma sarà anche un Natale di quiete interiore. Nel senso che le famiglie dei
nostri ragazzi hanno di bello che i loro figli si sono offerti per uno scopo nobile
che è lo scopo della pace sulla terra. (a cura di Luca Collodi)