2012-12-18 15:24:38

Vietnam: conclusi i lavori della 10.ma Assemblea plenaria delle Conferenze episcopali d'Asia


Con una solenne Messa nella cattedrale di Ho Chi Minh Ville in Vietnam e l’annuncio del messaggio finale si sono conclusi domenica i lavori della decima Assemblea plenaria della Federazione delle Conferenze episcopali d’Asia (Fabc), iniziati il 10 dicembre Xuân Lộc con al centro il tema “I quarant’anni della Fabc e le sfide dell’Asia”. Alla riunione, ospitata per la prima volta dal Vietnam, hanno partecipato oltre 100 delegati, eletti dalle 19 Conferenze episcopali membri della Fabc, insieme ai rappresentanti di dieci associati costituiti da tre diocesi (Hong Kong e Macau in Cina, Novosibirsk in Russia) e da sette Paesi (Kyrgyzstan, Tadjikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Mongolia, Nepal e Timor Est), che non hanno conferenze episcopali. Numerosi e di ampio raggio gli argomenti affrontati durante la sessione che ha preso spunto da 14 “grandi linee di tendenza” della Chiesa in Asia elencate nel documento di lavoro: dalla globalizzazione al rapporto con le culture; dal dialogo interreligioso al tema della libertà religiosa; dalla lotta alla povertà alla difesa delle popolazioni indigene; dalle migrazioni all’ecologia. Ma anche il ruolo dei laici, delle donne, dei giovani, le vocazioni e il diffondersi delle sette pentecostali. Tutti temi che rappresentano altrettante sfide per l’evangelizzazione in un continente dove i cattolici rappresentano appena il 3% della popolazione complessiva. La riunione ha quindi offerto ai delegati l’occasione per illustrare le situazioni dei rispettivi Paesi, prendere coscienza dei problemi comuni e condividere le loro riflessioni. Ne è emerso un quadro articolato, anche se con diversi denominatori comuni, che suggerisce strategie altrettanto articolate. Secondo il Presidente della Conferenza episcopale del Bangladesh mons. Patrick D’Rozario, la risposta alla sfida della nuova evangelizzazione in Asia parte dalla consapevolezza di due realtà della società contemporanea: una cultura sempre più secolarizzata e il “silenzioso” bisogno di spiritualità. Parlando del Bangladesh, l’arcivescovo di Dacca ha indicato sei aree di attenzione per la Chiesa locale: le popolazioni indigene che costituiscono la metà della popolazione cristiana in Bangladesh; la sovrappopolazione e il controllo artificiale delle nascite; le pesanti conseguenze dei cambiamenti climatici sul fragile tessuto socio-economico del Paese; l’annuncio del Vangelo tra i musulmani; la promozione della dignità della donna e l’ingiustizia e la corruzione diffusa. La globalizzazione; la diffusione di dottrine incompatibili con gli insegnamenti della Chiesa; la promozione della famiglia; l’attenzione ai giovani: queste invece le priorità della neo-costituita Conferenza episcopale di Timor Est, secondo quanto ha affermato nel suo intervento il suo presidente mons. Roberto do Amaral. Sulle nuove minacce alla missione evangelizzatrice della Chiesa in Asia rappresentata dalla secolarizzazione si è soffermato anche il vescovo siro-malankarese indiano Thomas Mar Antonios. Per il presidente della Conferenza episcopale indiana, card. Telesphore Toppo, quattro sono le priorità per la Chiesa nell’Asia Meridionale: la promozione della fede cattolica attraverso il dialogo interreligioso e l’inculturazione; l’assunzione di un ruolo profetico da parte della Chiesa di fronte al diffondersi di tendenze e pratiche contrarie all’etica come la contraccezione, l’aborto e l’eutanasia; evangelizzare preservando le identità culturali locali e l’attenzione pastorale alle popolazioni tribali ed indigene. Sempre a proposito di inculturazione, l’arcivescovo siro-malabarese di Tellicherry, George Valiamattam ha sottolineato, da parte sua, il grande contributo che possono dare all’evangelizzazione del continente la Chiesa siro-malabarese e le altre Chiese di rito orientale. L'arcivescovo giapponese di Nagasaki, mons. Joseph Mitsuaki Takami, ha sottolineato, da parte sua, la necessità di un maggiore impegno della Fabc nel dialogo interreligioso e il ruolo delle piccole comunità ecclesiali nelle terre di missione. Anche per il presidente della Conferenza episcopale thailandese, mons. Louis Chamniern Santisukniran, il dialogo interreligioso è un “perfetto strumento per la nuova evangelizzazione”. E dell’importanza del dialogo con le religioni e con le culture, soprattutto nel nuovo contesto della globalizzazione e della secolarizzazione, ha parlato nel suo intervento anche il presidente dei vescovi vietnamiti, mons. Peter Nguyen Van Non. Il vescovo di Cheju Peter Kang U-Il, alla guida dell’Episcopato sud-coreano, ha sottolineato invece la necessità di una più stretta collaborazione e solidarietà tra le Chiese in Asia. Il presidente della Conferenza episcopale del Kazakhstan, mons. Tomasz Peta, l’arcivescovo di Astana, ha invocato una maggiore “spiritualità di comunione” dei vescovi del continente attraverso la preghiera. Per il segretario generale della Conferenza episcopale pakistana mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad-Rawalpindi, nei Paesi in cui i cristiani sono una piccola minoranza come in Pakistan, occorre puntare sulla catechesi, la formazione del clero e dei religiosi e la promozione delle vocazioni. Sulla stessa linea il card. Malcolm Ranjith, presidente della Conferenza episcopale dello Sri Lanka per il quale “l’evangelizzazione degli evangelizzati” è fondamentale. La pubblicazione del documento finale con le conclusioni dell’assemblea della Fabc è atteso nei prossimi giorni. (A cura di Lisa Zengarini)







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