Bangladesh: ancora niente aiuti alimentari né assistenza medica per i Rohingya
Nel mese di agosto le autorità bengalesi hanno bloccato la distribuzione degli aiuti
umanitari, compresi farmaci e generi alimentari, da parte delle tre Ong Médecins Sans
Frontières (Msf), Action Against Hunger e Muslim Aid Uk, ai profughi Rohingya privi
di documenti, sostenendo che questi servizi avrebbero ulteriormente incoraggiato la
gente a fuggire verso il Bangladesh, dove già ne vivono 40 mila. Da quando le Ong
sono state fermate, la popolazione musulmana non ha da mangiare, i bambini non hanno
le cure mediche necessarie. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati
(Unhcr), in Bangladesh ci sono oltre 200 mila Rohingyas, dei quali solo 30 mila sono
in possesso di documenti di identità e vivono nei campi assistiti dalle Ong. Di questi,
circa 12 mila vivono nel campo di Kutupalong, distretto di Cox's Bazar, altri 18 mila
più a sud, a Nayapara, entrambi a 2 chilometri dal Myanmar. A questi il Programma
Alimentare Mondiale (Wfp) fornisce razioni alimentari, ricoveri, generi non alimentari,
servizi idrico-sanitari, formazione professionale e cibo supplementare per le persone
malnutrite. Molti Rohingya sono rimasti clandestini dopo che l’Unhcr non ha permesso
di registrare nuovi arrivi dalla metà del 1992. Soltanto quelli che hanno documenti
identificativi ricevono assistenza regolare, mentre quelli che ne sono privi dipendono
prevalentemente dalle ong internazionali che fino a poco tempo fa erano autorizzate
a lavorare nell’area. Prima del divieto del governo, le condizioni nei campi di fortuna
allestiti erano tra le peggiori al mondo, secondo i medici che si occupano di diritti
umani. La maggior parte delle persone al di fuori del campo di Kutupalong vivono in
capanne fatiscenti, fatte di rami e teli di plastica, prive di aiuti alimentari, vicini
a fogne a cielo aperto. Secondo i medici di Msf il 27% dei profughi del campo di Kutupalong,
dove vivono 20 mila profughi clandestini, soffre di malnutrizione acuta. Le cifre
del governo riportano 200-500 mila Rohingya clandestini che vivono in villaggi e città
al di fuori dei campi, molti a Cox's Bazar, Bandarban e Chittagong. L’Unhcr ha più
volte fatto appello a Dhaka per l’eliminazione del divieto per le Ong, ma la situazione
è ancora ferma e rimane drammatica. (R.P.)