2012-12-17 15:46:59

Giappone torna ai conservatori di Abe, Cina preoccupata per riflessi in politica estera


Pechino esprime “molta preoccupazione” per la possibile evoluzione della posizione internazionale di Tokyo, dopo le elezioni politiche di ieri vinte da Shinzo Abe, considerato un “falco” in politica estera. I conservatori Liberaldemocratici in Giappone hanno raddoppiato i seggi sfiorando quota 300 sui 480 della potente Camera Bassa. Tornano, dunque, al potere dopo la parentesi di tre anni e mezzo di governo dei democratici. La nuova fase politica si apre dopo poco più di sei anni in cui si sono susseguiti sette premier. Per capire il significato che la svolta a destra può avere, nel contesto geopolitico dell’Estremo Oriente, Fausta Speranza ha intervistato Maurizio Simoncelli, del direttivo dell’Istituto Ricerche dell’Archivio Disarmo:RealAudioMP3

R. – Da un lato, i rapporti con il "gigante" cinese con cui, come sappiamo, c’è tradizionalmente un rapporto non facile: con questo gigante così presente, storicamente, il Giappone ha avuto conflitti che si sono protratti per decenni fino all’occupazione militare anche violenta nella prima metà del XX secolo. Quindi, ci può essere una sorta di peggioramento dei rapporti in una fase in cui invece sembrava che tra Cina e Giappone si fosse arrivati ad una relativa distensione. Contemporaneamente, c’è un altro grande elemento di instabilità nell’area, che è la Corea del Nord. Proprio pochi giorni fa, PyongYang ha fatto un ennesimo esperimento – questa volta riuscito – e ha lanciato in orbita un satellite utilizzando un missile che si ritiene essere un missile con capacità intercontinentali, in grado anche di portare eventuali testate nucleari.

D. – A proposito di Corea del Nord: secondo lei, può esserci qualche cambiamento di politica da parte del Giappone?

R. – Sì, già i rapporti tra Giappone e Corea del Nord non è che fossero propriamente idilliaci, e quindi possiamo immaginare che anche in questo ambito ci sia una politica volta a mostrare i muscoli. A suo tempo, in Giappone era stato detto che qualora la Corea del Nord si fosse dotata di armi nucleari, forse pure il Giappone avrebbe potuto percorrere la stessa strada… Quindi, potrebbe esserci addirittura – ripeto, sempre con il condizionale – un’ulteriore proliferazione nucleare in un territorio in cui invece si sta cercando da tempo, ma con insuccesso, di convincere la Corea del Nord a fare tutt’altro tipo di scelta.

D. – Parliamo anche di Corea del Sud, e soprattutto di rapporti con gli Stati Uniti: c’è stata una fase particolare con i democratici, adesso se ne apre un’altra con i conservatori di Abe…

R. – Certamente. La situazione si complica alquanto. Teniamo presente che, per esempio, la Corea del Nord ha detto che questo missile che ha appena lanciato fa sì che il territorio nordamericano sia sottoposto a una minaccia di tipo missilistico convenzionale o missilistico nucleare, e quindi anche da parte degli Stati Uniti c’è un diverso atteggiamento nei riguardi di quell’area, e di conseguenza anche nei confronti del nuovo governo del Giappone il quadro cambia completamente. Come dire: i segnali non sono rassicuranti. Speriamo che, comunque, nell’ambito della politica internazionale il gioco che in realtà vede al tavolo delle trattative numerosi attori – dalla Corea del Nord alla Corea del Sud, al Giappone, alla Cina, alla Russia e agli Stati Uniti – faccia sì che la presenza di molti dei giocatori a questo tavolo possa mantenere un nuovo Giappone all’interno di un quadro di non proliferazione, di non inasprimento dei rapporti con i vicini. Sappiamo anche che nei confronti della Corea del Sud ci sono problemi irrisolti. Ci auguriamo che il nuovo governo giapponese non voglia percorrere strade che purtroppo nel passato – nella prima metà del XX secolo – il Giappone ha percorso, creando grandi problemi alla comunità internazionale.








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