Enti non-profit e scuole paritarie, paghi l'Imu e chiudi l'attività
Dietro la vicenda del
pagamento dell'Ici da pare della Chiesa, su cui i mass-media hanno spesso speculato,
c'è una questione gravissima per il futuro del Terzo settore italiano, e quindi non
solo degli enti cattolici, non altrettanto raccontata dai mezzi di comunicazione.
Il recente regolamento del Governo sulle esenzioni per gli immobili utilizzati da
enti non-profit, tra cui molti istituti scolastici paritari, ha messo molti di questi
davanti all'obbligo di pagare una tassa che li costringe, automaticamente, alla chiusura.
"E' una situazione che sta creando problemi gravissimi, considerando che la legge
ha anche un valore retroattivo al 2012" spiega Paolo Beni, membro del coordinamento
del Forum del Terzo settore e presidente Arci. "Abbiamo il sentore
che molte organizzazoni si trovino di fronte alla scelta drammatica di non rispettare
la legge oppure pagare l'Imu e interrompere l'attività". "Parliamo di un settore
- continua Beni - che svolge un servizio prezioso di coesione sociale e di sostegno
alle fasce più deboli. La normativa attuale è confusa e contraddittoria. Non eccepiamo
che l'esenzione sia riconosciuta solo agli enti che operano senza fini di lucro e
con una comprovata utilità sociale. Ma la norma definisce 'attività commerciali'
anche quelle attività economiche che gli enti-non profit svolgono nell'ambito del
perseguimento delle proprie attività istituzionali di interesse sociale. Sono parametri
per definire la 'commerciabilità' che, tra l'altro, sono in contrasto con la legislazione
fiscale. Noi chiediamo di rivedere questo provvedimento, cambiandolo anche in forma
retroattiva, con una sanatoria". Di norma confusa parla anche Luigi Morgano,
segretario nazionale della Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana
(Fism). "Il testo va chiarito . Prevede, infatti, l'obbligo
del pagamento dell'Imu anche per le scuole paritarie, a meno che 'non chiedano solo
una retta simbolica, o che copra solo una porzione della spesa sostenuta per il servizio'.
E' una scelta compiuta per adeguarsi alle indicazioni dell'Unione Europea che però
ignora un'altra indicazione che ci arriva dall'Europa: permettere, attraverso il sostegno
statale alle scuole paritarie, la libertà di scelta in campo educativo". "Senza gli
aiuti statali, in costante diminuzione da dieci anni, - prosegue Morgano - è infatti
impossibile abbassare le rette scolastiche. In più la situazione socio-economica delle
famiglie si è aggravata. Una situazione di questo genere non è sostenibile per molti
istituti paritari perché molti costi - quelli per il riscaldamento, il personale,
i pasti - non sono sopprimibili. Non si può svolgere questo servizio in deficit. Molte
parrocchie e congregazioni si sono fatte carico del risanamento, ma se la situazione
va avanti il rischio di chiusura per molti istituti obbligati al pagamento dell'Imu
è reale". (A cura di Fabio Colagrande)