Mons. Sako esorta i Paesi occidentali ad aiutare i cristiani a rimanere in Iraq
I Paesi europei e occidentali aiutino i cristiani iracheni a rimanere nella propria
terra: è questo l’appello alla comunità internazionale lanciato dall’arcivescovo caldeo
di Kirkuk, mons. Louis Sako, che si unisce così a quanto detto ieri dal primo ministro
Nuri al-Maliki a margine della cerimonia di riconsacrazione della cattedrale siro-cattolica
di Nostra Signora della Salvezza, al centro di Baghdad. “Paesi come la Francia, la
Germania, la Svezia o l’Australia concedono con facilità i visti alle famiglie cristiane
– spiega parlando degli effetti involontari della prassi adottata in molti Paesi occidentali
nei confronti delle comunità cristiane locali – questa accoglienza, però, finisce
per incentivare la fuga dei cristiani dall’Iraq con la conseguenza che spesso perdono
i contatti con le loro radici, si isolano e smarriscono la fede”. Invece di favorire
l’emigrazione, quindi, si dovrebbero incentivare i cristiani, attraverso le parrocchie
o istituzioni ad hoc, a restare nelle loro terre finanziando progetti nel campo dell’agricoltura,
dell’educazione e del commercio, creando così nuovi posti di lavoro. Della stessa
opinione – come riporta la Fides – anche il premier sciita, che ieri, dalla cerimonia
di riconsacrazione della chiesa teatro di una strage nel 2010, cui ha preso parte
anche il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali,
ha rivelato di aver chiesto al Papa un intervento per esortare i cristiani a restare
in Iraq in modo che “l’Oriente non sia svuotato dai cristiani come l’Occidente non
sia svuotato dai musulmani”. (R.B.)