Dolore del Papa per la tragedia "insensata" in una scuola degli Usa: 27 morti, di
cui 20 bambini
Dolore, vicinanza e preghiera per le famiglie delle vittime della tragedia di ieri
avvenuta in una scuola elementare del Connecticut, negli Stati Uniti. Sono i sentimenti
espressi dal Papa in un messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio
Bertone, dopo la strage avvenuta a Newtown nella quale hanno perso la vita 27 persone,
tra di loro 20 bambini tra i 5 e i 10 anni. Commosso il presidente Obama che ha invocato
misure perché non si ripetano più tragedie simili. Benedetta Capelli:
"Una tragedia
insensata". Il Papa definisce così la strage accaduta nella scuola elementare Sandy
Hook a Newtown, in Connecticut. “Un evento scioccante” che ha toccato molte famiglie.
Benedetto XVI invoca la consolazione della preghiera per sostenere la comunità “con
la forza dello spirito che trionfa sulla violenza” e “con il potere del perdono, della
speranza e dell’amore che riconcilia”. Ieri sera centinaia di persone hanno partecipato
alla veglia di preghiera che si è tenuta nella chiesa Saint Rose of Lima, sull’altare
sono state accese 26 candele, una luce per ogni vittima. Molti i volti segnati dalle
lacrime e molti gli interrogativi ancora aperti. Adam Lanza, 20 anni, avrebbe prima
ucciso la madre, maestra elementare, e poi si è diretto nella scuola dove lei lavorava.
Si è fatto aprire ed ha iniziato a sparare almeno cento colpi. La preside, prima di
morire, ha acceso gli altoparlanti per diffondere le urla dei bambini in modo da dare
l’allarme. Ancora non è chiaro se Adam Lanza si sia tolto la vita o se sia stato ucciso
dalla polizia, sul suo cadavere un documento del fratello, principale sospettato per
ore.
"Our hearts are broken today...." “I nostri cuori sono infranti
oggi per i genitori, i nonni, i fratelli e le sorelle di questi bambini”: Obama così
ieri ha parlato alla nazione, commuovendosi più volte e invocando “azioni” per impedire
il ripetersi di stragi simili.
E su internet, intanto, sta crescendo il numero
delle firme per chiedere al Congresso di affrontare la questione del controllo delle
armi. Ne servono almeno 25mila. Proprio sul mercato delle armi Benedetta Capelli
ha intervistato Gianni Riotta, americanista ed editorialista del quotidiano
“La Stampa”:
R. - Queste
armi appartenevano alla mamma del killer: una signora che insegnava nella scuola,
lei era considerata da tutti molto dolce. Quindi l’idea che le armi ce le abbiano
solo brutali cacciatori o brutali killer è una stupidaggine e questo perché in America,
purtroppo, ce le ha chiunque! Il possesso delle armi deriva - purtroppo - da una cattiva
lettura del secondo emendamento della Costituzione che riconosce sì il diritto di
portare armi, ma che dice anche: “all’interno di una ben regolata milizia”. Era per
evitare che il monopolio delle armi fosse dello Stato o che il re inglese potesse
tornare e trovare i cittadini inermi, la Costituzione proteggeva così il diritto di
portare armi. Purtroppo questo diritto antico è stato trasformato in una strage contemporanea.
D. - Un secondo emendamento che, però, risale addirittura al 1791: forse qualcosa
in questo senso andrebbe fatto…
R. - Certamente la lobby delle armi è condensata
intorno alla National Rifle Association e la tecnica della National Rifle
Association è questa: quando c’è un candidato senatore o deputato o congressman
locale - diremmo noi consigliere regionale - eletto negli Stati che si propone come
ostile alle armi e al porto d’armi libero, loro fanno campagna con molti soldi a favore
del suo rivale. I deputati e i senatori sono quindi sempre molto cauti. Allo stesso
tempo, però, non possiamo fare neanche l’errore, nel quale incorrono i liberal in
America e poi tanti europei, di guardare solo alla questione delle armi. Il Connecticut
ha una legge sulle armi abbastanza restrittiva: certo non dico come quelle europee,
ma comunque abbastanza restrittiva. C’è anche un problema molto importante relativo
al degrado delle strutture psichiatriche di base ma c’è anche una disgregazione del
tessuto sociale e della comunità che è altrettanto importante.
D. - Si dice
che Adam Lanza fosse affetto da una forma di autismo, poco tempo fa c’era stata un’altra
strage in Colorado: gli autori sembrano essere persone apparentemente timide, riservate
e molto giovani. Quale disagio percorre la gioventù americana?
R. - Io sarei
estremamente cauto. Ho visto dei titoli nei siti italiani molto sparati: “Killer autistico…”,
titoli che non vedo invece in nessuno dei siti americani che sono in questo senso
molto più rispettosi. Sarei molto cauto a fare un link in un titolo di causa-effetto
tra autismo-strage, perché il rischio è che domani i bambini autistici vengano isolati
nelle comunità e nelle scuole. Certamente nella comunità degli adolescenti americani
c’è una competizione che è una competizione per chi brilla di più, chi ha più successo
a scuola… se guardiamo anche a tutti i programmi tv, i format tv, in cui vince l’affermarsi,
l’uscire dalla massa. Certamente, poi, un’altra componente può essere il mondo digitale:
questi ragazzi spesso non hanno che il video di un computer come alternativa e questo
li isola sempre di più. Io vedo un forte smarrimento, una fortissima alienazione.
Sempre più, ognuno di noi lavora per conto suo davanti a un video: non ha amici, non
ha colleghi, non ha una comunità che lo sorregga anche nei momenti di solitudine.
Questo è sicuramente un fattore importante per i ragazzi.
D. - Ieri il presidente
Obama, parlando alla Nazione, si è commosso più volte, ma ha anche detto che si possono
pensare delle azioni da intraprendere…
R. - Io ho coperto come giornalista
tutti i presidenti americani da Carter a Obama, e non ho mai visto un presidente piangere.
Clinton era presidente durante la strage di Oklahoma City nella quale sono morte centinaia
di persone; Bush figlio era presidente durante l’11 settembre. Queste di Obama - secondo
me - sono lacrime di frustrazione: sono certamente anche lacrime di dolore ma soprattutto
lacrime di frustrazione perché sa che poi alla fine non riuscirà a fare niente. Qualunque
legge lui proporrà in Parlamento per un radicale controllo delle armi, il Parlamento
gliela boccerà, sia che esso sia controllato dai democratici sia dai repubblicani.
Quindi Obama ieri ha capito che andava lì a lanciare appelli, sapendo già che non
avrebbe potuto fare nulla per eliminare davvero le radici del male.