2012-12-14 08:16:21

Mauritania: si lavora per l'abolizione delle mutilazioni genitali


“E’ necessario lavorare senza sosta per l’abolizione dalla pratica delle mutilazioni genitali femminili”. E’ la sfida rilanciata dall’Unicef a Ginevra. Affrontato anche il caso della Mauritania, dove quest’anno, cento comunità hanno emesso delle dichiarazioni pubbliche per l'abbandono della pratica, ma il fenomeno resta drammatico. Da Ginevra, Silvana Bassetti:RealAudioMP3

La Mauritania è tra i Paesi più colpiti dalla pratica delle mutilazioni genitali femminili, con una prevalenza sopra il 70% e punte oltre il 90% in alcune regioni. Ma il vasto Stato africano è anche tra i più impegnati nella lotta per porre fine a questa pratica deleteria, ha spiegato a Ginevra la rappresentante dell'Unicef in Mauritania, Lucia Elmi. Da cinque anni, in collaborazione con il governo e numerosi partner, l'Unicef ha moltiplicato nel Paese interventi a favore dell'abbandono della multilazioni genitali che colpiscono donne e bambine. L'obiettivo principale e' di indurre un cambiamento dei comportamenti. I primi risultati cominciano a emergere. Lucia Elmi:

"Adesso è possibile parlare dell'abbandono della pratica, è possibile organizzare simposi, è possibile parlare con le comunità di questo argomento. Non è più un tabù".

Nei fatti inoltre è stato osservato un lieve calo del fenomeno. Ancora Lucia Elmi:

"Abbiamo constatato che dal 2007 al 2011 c'è stato un abbassamento di tre punti della pratica e siamo passati a livello nazionale dal 73% al 70%''.

Le mutilazioni genitali femminili sono un fenomeno fortemente intrecciato con tradizioni e norme sociali ed il loro abbandono richiede di lavorare a più livelli. Da quello legale, per accompagnare il governo nell'elaborazione di un'apposita legge, a quello comunitario con interventi e campagne di informazione e sensibilizzazione. Lucia Elmi spiega che si tratta di un lavoro molto lungo che richiede un impegno costante a contatto con le comunità.

"L'abbandono di questa pratica è legato non a una scelta individuale, ma alla scelta collettiva".

Un ruolo importante e' svolto dai leaders religiosi e la Mauritania è stata tra i Paesi pionieri con due fatwe emesse contro le mutilazioni genitali femminili.

"L'anno scorso nel 2011, la Mauritania è stata la promotrice di un convegno regionale sull'abbandono della pratica che ha coinvolto 10 Paesi dall'Egitto al Sudan, il Burkina Faso, il Niger, il Mali, il Senegal ed hanno portato all'elaborazione di una fatwa regionale sull'abbandono delle mutilazioni genitali femminili''.

Un altro importante canale di trasmissione del messaggio in favore dell'abbandono delle mutilazioni sono gli incontri comunitari:

''Quest'anno nel 2012 abbiamo assistito a cento comunità, contemporaneamente che hanno emesso delle dichiarazioni pubbliche per l'abbandono, è stato veramente il culmine del lavoro degli ultimi cinque anni di tutte queste organizzazioni che hanno lavorato insieme con il governo mauritano. Io ho assistito alla prima nella regione di Kaedi, nel Gorgol, che è una regione ad alta prevalenza. Per me è stata veramente un'esperienza molto importante perché erano rappresentati diversi gruppi etnici, con diverse lingue e c'erano i gruppi dei bambini, i gruppi dei genitori, le insegnanti, le infermiere, le donne stesse che praticano come mestiere questa pratica e la dichiarazione pubblica e' stato come una voce unica di tutti gli elementi del villaggio che pubblicamente hanno detto basta a questa pratica''.







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