Il cardinale Sandri riapre al culto la Cattedrale siro-cattolica di Baghdad
Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali,
giunto giovedì scorso in Iraq per una visita di 5 giorni, ha riaperto ieri mattina
al culto la restaurata Cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso
di Baghdad, teatro il 31 ottobre 2010 di una strage compiuta da un commando di al
Qaeda in cui morirono due sacerdoti e circa 50 fedeli. Il porporato ha portato il
saluto e la vicinanza del Papa: “Egli – ha detto - invoca la benedizione divina sull’intera
popolazione irachena, sulle sue grandi sofferenze e speranze, ed è molto vicino alla
Comunità Cattolica”.
Ricordando le vittime dell’eccidio di due anni fa, il
porporato ha poi sottolineato che “in comunione col Crocifisso che è Risorto hanno
effuso il loro sangue, forti soltanto della fede. Ma è proprio la fede che vince il
mondo! Ne siamo certi. Perciò – ha proseguito - li pensiamo nella gioia senza fine
del regno eterno e universale di Dio, purificati e per sempre viventi nell’amore dello
Spirito Santo, che è più forte della morte! Oggi ci stringiamo attorno ai loro familiari
e alla comunità ecclesiale, nella fraternità che tutti ci lega a Cristo, per scambiarci
il conforto e la speranza”.
Il cardinale Sandri ha quindi esortato i cristiani
orientali, e particolarmente quelli dell’Iraq, alla comunione e alla testimonianza,
rievocando le parole di Benedetto XVI: “le Chiese e i discepoli del Signore possano
rimanere là dove li ha posti per nascita la divina Provvidenza; là dove meritano di
rimanere per una presenza che risale agli inizi del cristianesimo e durante la quale
si sono distinti per un amore incontestabile e inscindibile alla propria fede, al
proprio popolo e alla propria terra” (Benedetto XVI alla CCO il 9.6.2007). Del resto
– sono le parole del Papa – “un Medio Oriente senza o con pochi cristiani non è più
il Medio Oriente, giacché i cristiani partecipano con gli altri credenti all’identità
così particolare della regione. Gli uni sono responsabili degli altri davanti a Dio
[…] i dirigenti politici e religiosi comprendano questa realtà” (Ecclesia in Medio
Oriente n. 31).
Il porporato ha ricordato anche il compito del dialogo: “I
cristiani si impegnano, con sensibilità ecumenica, nella collaborazione interreligiosa,
in spirito di verità, rispetto e reciprocità affinché culture e tradizioni diverse
trovino vicendevole ospitalità nel nome dell’unico Dio (cfr At 2,9-11). E’ questo
il servizio alla libertà religiosa che va garantita ai singoli e alle comunità, ovunque,
per il bene comune”. Ieri il cardinale ha assistito al Concerto di Natale organizzato
per l’Anno della fede nella Cattedrale armena di Baghdad. Oggi presiederà la consacrazione
della Cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. Domani, domenica
16 dicembre, incontrerà a Kirkuk la comunità caldea. Ultima tappa del porporato sarà
la Messa celebrata in rito latino nel Seminario di Erbil.