Egitto Amnesty International denuncia un 'oltraggioso' verdetto in un processo per
blasfemia
Alber Saber Ayad, 27 anni, e’ stato condannato da un tribunale del Cairo a tre anni
di carcere per ‘diffamazione della religione’ in quello che Amnesty International
ha definito ‘un oltraggioso assalto alla liberta’ d’espressione’.
‘Il suo
crimine e’ stato solo quello di aver reso pubbliche online le sue idee. Il tribunale
avrebbe dovuto chiudere il caso sin dal primo giorno e ora invece e’ ritenuto un diffamatore
della religione’ – ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma
Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Alber Saber Ayad
era stato arrestato il 13 settembre al Cairo, nella sua abitazione, dopo che quest’ultima
era stata circondata da una folla di uomini che invocava la sua morte, accusandolo
di eresia, ateismo e di promozione del cortometraggio ‘L’innocenza dei musulmani’,
un’opera ritenuta offensiva da molte persone.
La polizia aveva atteso un giorno
prima di rispondere alla richiesta d’aiuto proveniente dall’abitazione. All’arrivo,
gli agenti hanno arrestato Alber Saber Ayad, sequestrandogli il computer portatile
e alcuni cd.
Mentre si trovava nella stazione di polizia di El Marg, un agente
ha incitato gli altri detenuti ad aggredirlo. Nel carcere di Tora, e’ stato tenuto
in una cella senza luce diretta e senza acqua potabile fino a quando un’organizzazione
locale per i diritti umani ha vinto un ricorso contro le sue condizioni detentive.
Durante il processo, il giudice ha rifiutato di convocare testimoni chiave,
tra cui gli agenti che avevano effettuato l’arresto, i funzionari che lo avevano interrogato
e la persona che aveva sporto denuncia nei confronti dell’imputato.
Alber
Saber Ayad dovrebbe essere rimesso in liberta’ il 13 dicembre, dietro pagamento di
1000 sterline egiziane, in attesa del processo d’appello.
Amnesty International,
che ha segnalato il caso agli organismi delle Nazioni Unite che si occupano di diritti
umani, ha sottolineato come questo verdetto sia stato emesso alla vigilia del referendum
sulla nuova Costituzione che, se approvata, potra’ dare luogo a molti altri casi del
genere.
Mentre l’art. 45 protegge la liberta’ d’espressione, gli artt. 44
e 31 proibiscono l’insulto e la diffamazione rispettivamente nei confronti della religione
e delle singole persone.