Siria: Msf chiede di evacuare feriti e malati da Deir Azzour
Deir Azzour, una città ad est di Damasco che prima dello scoppio del conflitto siriano
contava circa 600.000 abitanti, è in piena emergenza umanitaria: i feriti e i malati
vanno evacuati immediatamente dall’unico ospedale presente in zona e trasportati verso
aree più sicure, “nel rispetto del diritto umanitario internazionale”. A chiederlo
è Medici Senza Frontiere (Msf) che, come altre organizzazioni, non è ancora stata
autorizzata dalle autorità siriane a intervenire con i propri programmi di assistenza
medica neutrale nel Paese. Il presidente di Msf Italia Loris de Filippi è appena rientrato
dalla Siria: “Deir Azzour ha un solo ospedale di fortuna, con solo quattro medici
che vi lavorano. I medici sono esausti dopo sei mesi di lavoro in una zona di combattimento,
ma si rifiutano di lasciare la città.” I dottori operano qui in condizioni di perenne
emergenza, con forniture mediche quasi impossibili da ottenere, i continui bombardamenti
aerei e il fuoco incrociato dei cecchini. I farmaci e i prodotti per le trasfusioni
di sangue stanno terminando mentre il numero di feriti continua ad aumentare. Decine
di migliaia di persone risultato intrappolate nella città, soprattutto soggetti vulnerabili
come poveri e anziani senza la volontà o la possibilità di fuggire. L’organizzazione
sottolinea nel comunicato che “la popolazione locale è stata generosa nel fornire
assistenza ma non è in grado di rispondere a tutti i bisogni impellenti delle persone
costrette ad abbandonare le proprie case”. Gli ospedali intorno a Deir Azzour non
riescono più a gestire l’emergenza: uno di questi ha ricevuto la scorsa settimana
oltre 300 pazienti. Alcuni feriti vengono trasferiti verso la Turchia, “nella speranza
di poter attraversare il confine per ottenere un’adeguata assistenza sanitaria”. Msf
è attiva in Siria con tre ospedali nelle zone controllate dai ribelli armati dell’opposizione
e nei paesi limitrofi (Giordania,Libano e Iraq) fornisce assistenza medica ai rifugiati
siriani. (L.P.)