Mons. You Heung-sik: il missile di Pyongyang pagato dai nordcoreani che muoiono di
fame
Il missile lanciato dalla Corea del Nord "l'hanno pagato i cittadini che muoiono di
fame. La Chiesa cattolica è del tutto contraria alle provocazioni militari di Pyongyang,
ma quello che personalmente mi fa soffrire è pensare a quante vite umane avrebbe potuto
salvare il denaro che il regime del Nord ha scelto di sprecare per questo razzo".
A parlare con l'agenzia AsiaNews è mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon
e presidente della Commissione episcopale per la cura dei migranti. Il presule conosce
molto bene la situazione della Corea del Nord: ha visitato spesso il Paese e segue
una serie di progetti caritatevoli che puntano alla cooperazione economica e allo
sviluppo dell'economia locale. E proprio da questo punto di vista, spiega, "il missile
è un errore enorme. Quello che noi diciamo sempre alla nostra controparte è che, anche
se si tratta di progetti scientifici, è comunque un enorme spreco di denaro. Devono
dare da mangiare al popolo". Secondo alcune stime del governo sudcoreano, Pyongyang
ha speso dagli anni '90 almeno 1,74 miliardi di dollari per il proprio programma missilistico.
I numeri sono confermati dal regime stesso: il denaro speso per il lancio dell'Unha-3
avrebbe potuto comprare 5,8 milioni di tonnellate di granturco, sufficienti a sfamare
20 milioni di persone per 19 mesi. "La gente muore di fame - continua mons. You -
e questo spreco di denaro è da folli. In ogni caso la Chiesa cattolica non si scoraggia:
continuiamo con i nostri progetti e cerchiamo ogni strada per entrare nel Nord. La
pazienza e il desiderio di aiutare i nostri fratelli sono armi più forti dei missili.
Certo, in questo modo le cose peggioreranno ancora". L'Unha-3 ha colpito anche le
elezioni presidenziali che si svolgeranno nel Sud il prossimo 19 dicembre. I due candidati
rimasti - il democratico Moon e la conservatrice Park - hanno visioni opposte su come
trattare con Pyongyang: "Moon è per il dialogo, mentre i conservatori sono sempre
stati contrari in maniera feroce a una politica di confronto pacifico. Questa ultima
provocazione cambia la situazione anche elettorale: tutti i votanti stanno calcolando
chi è più utile e chi farà meglio nei confronti del regime". (R.P.)