Il Presepe in Piazza San Pietro ambientato fra i Sassi di Matera
Quest’anno arriva dalla Basilicata il Presepe di Piazza San Pietro, ambientato nel
paesaggio dei Sassi di Matera. A presentare ieri questa scena della Natività, in Sala
Stampa vaticana, sono stati, con mons. Giuseppe Sciacca, segretario generale del Governatorato
dello Stato della Città del Vaticano, Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani,
e Vito de Filippo, presidente della Regione Basilicata. A realizzare l’opera, il maestro
Francesco Artese. Il servizio di Debora Donnini:
Una rivisitazione
in chiave artistica del suggestivo paesaggio dei Sassi di Matera - realizzato con
malta cementizia a effetto tufo - e della cultura lucana rappresentata dall’architettura
del luogo e dagli abiti dei contadini del tempo indossati dalle oltre 100 statuine
di terracotta, alte fra i 28 e i 22 cm. Questo è il Presepe che quest’anno sorge al
centro di Piazza San Pietro, allestito per circa 150 metri quadri, sollevato da terra
di 90 cm e alto fra i 6 e gli 8 metri. Una tradizione, quella di rappresentare la
Natività, iniziata nel 1223 da San Francesco e che nel corso dei secoli ha affascinato
i più grandi artisti: da Giotto a Velasquez e Caravaggio. Unico e insieme plurale,
il Presepe: poiché tutte le creature – uomini e animali – vi sono rappresentate in
un clima di fraternità. Così, in sintesi, il direttore dei Musei Vaticani, Antonio
Paolucci spiega il grande fascino del Presepe, soffermandosi sull’ambientazione
fra i Sassi di Matera di quello creato dal maestro Artese e donato dalla Basilicata
al Papa:
“La città delle grotte, i famosi Sassi di Matera: un’organizzazione
mirabile, una sapientissima strutturazione di strade, di percorsi, di linee d’acqua.
E’ una città piena di cappelle, di chiese, di fontane, di spazi per il mercato, di
stalle, di luoghi percorsi dalle greggi che vanno al pascolo. Tutto questo ha fatto
il maestro Artese nel suo presepio. Ha riprodotto molto bene, in polistirolo dipinto,
monumenti che chi conosce Matera, come io la conosco, ritrova: per esempio, i pezzi
della chiesa di San Nicola dei Greci, del campanile di Barisano, sono stati montati
da lui in questo straordinario collage di luoghi, di emozioni, di persone, di animali,
che si trovano nel cuore della Piazza, che rappresenta la gloria barocca di Roma”.
Il
Presepe è un’icona del mistero dell’Incarnazione, afferma mons. Giuseppe Sciacca,
segretario generale del Governatorato. Celebrare il Natale – spiega – non significa
fare una fredda commemorazione accademica, come si può fare per personaggio del passato,
ma fare memoria sacramentale, “riattualizzante” dell’evento salvifico della nascita
di Gesù a Betlemme. Un evento per noi decisivo:
“Dio, in Gesù che nasce
a Betlemme, non ha esitato a piantare la tenda della sua vera umanità in mezzo a noi,
nella nostra storia, nella nostra quotidianità, nella nostra ferialità, condividendo
il nostro destino e conferendo appunto al nostro destino un senso, sottraendolo in
tal modo al caos e al nulla”.
Forte, dunque, la presenza della Basilicata
in questo Presepe. Il costo complessivo sostenuto per realizzarlo e per il trasporto,
ricorda il presidente della regione Vito De Filippo, è stato di circa 90 mila
euro, quasi completamente offerto da imprese private che vogliono valorizzare la zona.
Per l’allestimento, invece, il Governatorato ha sostenuto un costo di circa 21.800
euro, risparmiando, dunque, rispetto al passato, circa 180 mila euro. Ma qual è l’intento
della realizzazione di questo Presepe offerto dalla Basilicata? Sentiamo lo stesso
De Filippo:
“Offrire al Santo Padre, in una delle piazze più belle del
mondo, l’immagine di una comunità sobria e umile, che si sintonizza proprio in una
fase, in un tempo difficile per la storia del mondo, e anche per la storia del nostro
Paese, per molti territori del nostro Paese, sicuramente per i più deboli, ma anche
per le istituzioni. Quindi, stare in questa piazza con questo significato rappresenta
molto per noi ed è anche un incoraggiamento e un possibile rilancio di speranza e
di fede, che sono alla base anche delle iniziative laiche, civili ed istituzionali”.
Nel
Presepe, realizzato dal maestro Artese, vi saranno come da tradizione il bue e l’asino.
Nel libro di Benedetto XVI “L’Infanzia di Gesù”, si ricorda che nel Vangelo non si
parla di animali ma anche che vi è un legame fra Antico e Nuovo Testamento e che,
dunque, la meditazione guidata dalla fede rimanda ad Isaia. “Il bue – scrive il Profeta
– conosce il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non
conosce, il mio popolo non comprende”. Con la mangiatoia compaiono quindi i due animali
“come rappresentazione dell’umanità” di per sé – sottolinea nel testo il Papa – priva
di comprensione, ma che davanti alla comparsa di Dio arriva alla conoscenza. L’iconografia
cristiana ha dunque colto ben presto questo motivo e “nessuna raffigurazione del presepe
– conclude Benedetto XVI – rinuncerà al bue e all’asino”.