Il Papa su Twitter. De Bortoli: gesto coraggioso che dà senso ai social network
A due giorni dal primo tweet di Benedetto XVI, il suo account, in otto lingue, @Pontifex,
ha superato 1 milione e 850 mila follower. Fede e gioia hanno contraddistinto i primi
tweet del Papa. Un evento planetario che ha suscitato interesse, attenzione anche
semplice curiosità ma che non ha lasciato nessuno indifferente. Sull’importanza di
questa iniziativa del Papa, da molti giudicata di portata storica, Alessandro Gisotti
ha intervistato il direttore del “Corriere della Sera”, Ferruccio De Bortoli:
R. – Io direi
che è un grandissimo gesto di coraggio, perché quella dei social network e di Twitter,
in particolare, è una terra incognita. E’ come se ad un certo punto, infatti, il Pontefice
si mischiasse alla gente comune, con il rischio ovviamente di avere oltre a una grande
attenzione e una grande dimostrazione di affetto anche qualche pericolo connesso.
Abbiamo visto che la reazione è stata straordinaria, come se fosse attesa. La considerazione
che faccio è che i social network sono straordinari, ma qualche volta possono anche
trasformarsi in piazze confuse, disordinate, nelle quali non si capisce il senso.
Una presenza come quella del Santo Padre, che mette se stesso persino in gioco, trovo
che sia un fatto straordinario e credo che dia senso anche a questo grandissimo flusso
di informazioni, di umori, di battute, di cose che a volte ci sembrano prive di senso,
che fanno parte della confusione espressiva di questa modernità liquida. Ebbene
questo gesto, al di là del fatto che possa essere definito storico, è un gesto soprattutto
di coraggio: è la Parola che entra in un circuito comunicativo, nel quale non poteva
non esserci.
D. – Sicuramente anche questa presenza del Papa su Twitter sottolinea
la centralità dei social network, che ormai sembrano una realtà imprescindibile per
chi voglia comunicare…
R. – Sono una realtà straordinaria, perché ci avvicinano
tutti e nello stesso tempo ci allontanano. Uno dei fenomeni che ho notato, infatti,
nella diffusione dei social network è che abbiamo tutti la sensazione di essere interconnessi
con il mondo, quindi di essere vicini al nostro prossimo, ma spesse volte abbiamo
un senso di inutilità che si accompagna ad una sensazione di solitudine. Per questo
è importante quello che è accaduto ieri e quello che accadrà tutti i giorni, perché
immagino che sarà un lavoro costante... Si tratterà di trovare una modalità espressiva,
che renda in qualche modo il senso di un’appartenenza al social network. Questo senso
qualche volta sfugge. Abbiamo l’impressione a volte di riempire di parole inutili
e vuote un grandissimo fiume che scorre davanti ai nostri occhi, ma non deposita assolutamente
nulla. Ecco, dopo quello che è accaduto ieri, è diverso.
D. – Allargando un
po’ l’orizzonte, questo successo su Twitter come anche del libro del Papa, da settimane
il più venduto in Italia - anche come e-book – dimostra secondo lei che c’è anche
una ricerca di fede, in un tempo che sembra voler emarginare Dio? In fondo, anche
chi usa Twitter per offendere il Papa, dimostra paradossalmente che ha interesse o
comunque dà peso alla presenza e alle parole del Papa…
R. – Sì, anche chi fa
delle battute, chi offende, comunque partecipa, fa parte della scena. E’ come se in
qualche modo gli fosse riservato un angolo in una narrazione evangelica, che continua
da tanti secoli. Quindi, tutto sommato, anche questo fa parte dell’apostolato e fa
parte anche della missione della Chiesa.
D. – Lei ha un suo account su Twitter,
anche molto seguito, che sensazione le fa anche personalmente poter avere il Papa
su questo social network?
R. – Innanzitutto, dà emozione il fatto che ci siano
tutti, che non manchi nessuno! Io credo che il Papa abbia fatto un grandissimo gesto
per avvicinarsi alla modernità e trovo che questo sia rivoluzionario.