2012-12-13 07:37:30

Egitto. L'opposizione: no al referendum. Rinviata la riunione per il dialogo nazionale


Le forze di opposizione egiziane si sono schierate contro il referendum sulla costituzione dei prossimi 15 e 22 dicembre perchè mancano i giudici per monitorare gli oltre 13.000 seggi. E’ slittata intanto la riunione per il dialogo nazionale, convocata per ieri dal ministro della Difesa e capo dello Stato maggiore. Il servizio è di Salvatore Sabatino: RealAudioMP3

Erano stati invitati i partiti, le autorità religiose, la magistratura e gli esponenti della società civile; tutti uniti, insomma, per avviare il dialogo nazionale, fortemente voluto dal ministro della Difesa e capo dello Stato maggiore interforze. Alla fine, però, le adesioni sono state ridottissime ed il rinvio, a data da destinarsi, è stata la scelta obbligata. Un diniego radicato nella contestazioni contro il presidente Morsi e contro quel referendum che dovrebbe confermare la nuova costituzione scritta e approvata dai Fratelli Musulmani. Testo che mette alla base la Sharia e che persino da una grande parte dei musulmani è ritenuta troppo restrittiva. Proprio il referendum doveva svolgersi il 15 dicembre; poi, ieri un altro decreto e lo sdoppiamento della data: 15 e 22 dicembre. Paolo Branca, docente di Lungua e Letteratura araba e Islamistica presso l'Università Cattolica di Milano:

Poiché il 90% dei giudici - che secondo la Costituzione egiziana devono monitorare la regolarità delle elezioni - aveva rifiutato di farlo per il 15 di dicembre, e avendo ovviamente poche possibilità a disposizione, hanno preferito sdoppiare la data per poter, con meno giudici, coprire tutti i seggi. Questo è sicuramente un segnale nell’altro senso, meno dialogico, come dire: "Io vado avanti per la mia strada e, se anche la maggioranza di giudici non ci sta, me la cavo con quelli che mi obbediscono".

Intanto il grande Imam e presidente dell'Università di al-Azhar, Ahmed Muhammad Ahmed el-Tayeb, massima autorità sunnita del mondo islamico, ha invitato gli egiziani a non boicottare il voto: “è un dovere religioso” ha detto. Poco prima il Fronte delle opposizioni aveva deciso di puntare al no. Una situazione estremamente fluida, insomma, mentre la base continua a protestare. Anche oggi previste altre manifestazioni.









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