Varata riforma Forze armate. Vignarca: tagli sul personale, non alla spesa per
le armi
Niente soldi per le armi: per protestare contro l’approvazione, ieri, della legge
delega di revisione dello strumento militare, è scesa in piazza, davanti a Montecitorio,
la società civile. Tavola della Pace, Sbilanciamoci e Rete Italiana per il Disarmo
avevano invitato i deputati a non votare la legge delega che riduce il personale militare
ma non la spesa per le armi. Francesca Sabatinelli ha intervistato Francesco
Vignarca, di Rete Disarmo:
R. – In un momento
difficile per tutto il Paese, quando si taglia sul sociale, sulla sanità, sul supporto
per la disabilità, gli armamenti non vengono toccati. E questo non solo perché il
budget per la Difesa aumenterà nei prossimi 2-3 anni, ma soprattutto perché con questa
riforma anche per i prossimi 10-15 anni avremo sicuramente delle spese militari altissime.
Secondo la riforma, qualsiasi taglio, qualsiasi risparmio sul personale delle Forze
Armate – quindi persone che verranno mandate a casa e che non avranno quindi più il
lavoro – dovrà rimanere in pancia al Ministero della Difesa stesso. Questo si trasforma
in un’unica cosa: meno soldi per gli stipendi e più soldi per comprare armamenti e
per farli funzionare!
D. – E’ tantissimo tempo che state cercando di arrivare
a un compromesso, a una soluzione...
R. – Quando abbiamo iniziato questa campagna
– in particolare sui cacciabombardieri F35, ma poi più in generale su tutte le spese
militari – il tema non era per nulla sentito e si faceva fatica a porre l’attenzione
dell’opinione pubblica o della politica. Oggi siamo in grado di interloquire con il
Parlamento e soprattutto sentiamo che l’opinione pubblica capisce che spesso sono
spese inutili. Perciò un risultato, quanto meno di sensibilizzazione, l’abbiamo colto.
Quello che abbiamo chiesto - e sul quale purtroppo non ci si ascolta - è che anche
il Parlamento si renda conto che il sentire dei cittadini e delle cittadine di Italia
va in altra direzione e che la loro vera difesa, la loro vera sicurezza non è data
dai cacciabombardieri che volano sula testa, ma dal rafforzamento del welfare, delle
strutture che possono quindi rilanciare l’economia e rilanciare il lavoro. Questa
è la vera difesa della vita delle persone oggi in Italia.
D. – Voi vi rivolgete
a un Parlamento che ha una scadenza ormai veramente a breve: come procederete?
R.
– Anche questo è un tasto su cui abbiamo cercato di fare leva. Non è possibile che
il Parlamento in scadenza, ormai veramente agli sgoccioli, approvi una riforma di
questo tipo, su questo tema, quando ha cose più strutturali e più importanti, come
- ad esempio - la legge elettorale: noi andremo a votare con la legge elettorale vecchia,
che tutti considerano assolutamente negativa, eppure non si è riusciti a trovare l’accordo
e i tempi per discuterla. La riforma, invece, dello strumento militare che aumenta
i soldi per le armi, quella si trova il tempo di discuterla! Anche questo è un elemento
forte e un appello forte che abbiamo fatto al Parlamento come ultima spiaggia per
non fare questa scelta. A questo punto noi continueremo a portare le nostre istanze
anche in sede di campagna elettorale. Il nostro prossimo obiettivo è cercare di mantenere
queste tematiche e queste problematiche sull’agenda politica, facendo in modo che
tutte le forze politiche si impegnino per la prossima tornata elettorale e in particolare
per la prossima legislatura a ragionare su questi temi e a fare scelte di segno diverso.