Primo tweet del Papa: con gioia mi unisco a voi su Twitter. Superato il milione
di follower
Centoquaranta caratteri che rimarranno nella storia. Il Papa ha lanciato oggi il suo
primo tweet al termine dell’udienza generale in Aula Paolo VI. Quindi, poco dopo le
12, ha risposto via Twitter ad una prima domanda sul tema dell’Anno della Fede e,
intorno alle 15, ad un'ulteriore domanda. Sempre stamani, l’account @Pontifex ha raggiunto
e ampiamente superato il milione di follower. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Cari amici,
è con gioia che mi unisco a voi via twitter. Grazie per la vostra generosa risposta.
Vi benedico tutti di cuore”. Questo il primo tweet del Papa sul suo account @Pontifex,
lanciato oggi al termine dell’udienza generale: 140 caratteri che rimarranno nella
storia. Proprio nei momenti in cui Benedetto XVI compiva questo gesto, il suo account,
in 8 lingue, @Pontifex raggiungeva e superava di slancio il milione di follower. Il
primo tweet del Papa è stato ritwittato migliaia di volte già nei primissimi minuti
dopo il lancio, mentre la notizia ha fatto il giro del mondo con breaking news dei
principali media internazionali. Poco dopo le 12, dunque, il Papa ha risposto
alla prima domanda su come vivere l’Anno della fede nel nostro quotidiano. Quesito
che gli era stato rivolto su Twitter attraverso #askpontifex. “Dialoga con Gesù nella
preghiera – ha risposto il Papa - ascolta Gesù che ti parla nel Vangelo, incontra
Gesù presente in chi ha bisogno”. Anche in questo caso, sono migliaia le persone che
stanno riprendendo ed esprimendo il loro apprezzamento per il tweet del Papa. Quindi,
intorno alle 15 ha risposto alla domanda: "Come vivere la fede in Gesù Cristo in un
mondo senza speranza?". Nel tweet del Papa si legge: "Con la certezza che chi crede
non è mai solo. Dio è la roccia sicura su cui costruire la vita e il suo amore è sempre
fedele". Significativamente, proprio a simboleggiare l’universalità dell’iniziativa,
durante il lancio del primo tweet del Pontefice erano accanto a lui, tra gli altri,
5 ragazzi a rappresentanza dei 5 continenti. Nella giornata di oggi, seguirà un
altro e ultimo tweet su @Pontifex che risponderà sempre a una domanda rivolta al Papa
attraverso #askpontifex. L’account del Papa era stato aperto lo scorso lunedì 3 dicembre,
durante una conferenza nella Sala Stampa vaticana, alla presenza di giornalisti di
tutto il mondo. Annunciando l’iniziativa, il presidente del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni Sociali, mons. Claudio Maria Celli, aveva commentato: ancora una volta
emerge “forte il desiderio di questo Papa di entrare in colloquio, in dialogo con
l’uomo e la donna di oggi, e di incontrarli lì dove gli uomini e le donne di oggi
si trovano”.
In occasione del primo tweet del Papa, abbiamo intervistato
padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica:
R. – Intenderei
questa presenza come una presenza "normale": oggi è chiaro che la comunicazione non
coincide più con la semplice trasmissione di un messaggio, ma con la condivisione
di questo all’interno di reti sociali. E nel Magistero di Benedetto XVI sulle comunicazioni
questo elemento è un elemento chiave, da leggere molto bene. La Chiesa sa che oggi
i messaggi di senso passano attraverso i network sociali, che sono dei veri e propri
"luoghi di senso", dove la gente condivide la vita, i desideri, le impressioni, le
domande, le risposte… Quindi, la presenza del Papa su Twitter è una presenza che sostanzialmente
vedrei come in continuità con la presenza del Papa in strumenti come la radio, quindi
alla decisione di Pio XI di trasmettere il messaggio del Vangelo attraverso la Radio
Vaticana. Direi che la Chiesa è sempre stata molto attenta all’avanguardia comunicativa,
proprio perché il Vangelo va incarnato nel tessuto comunicativo della storia.
D.
– Qualcuno, riferendosi al fatto che c’è chi sta usando Twitter per offendere il Papa,
per offendere la fede cristiana, sostiene che questa iniziativa è troppo rischiosa.
Cosa ne pensa?
R. – Certamente è rischioso, perché significa comunque esporre
il messaggio del Vangelo. In ogni caso, questo è essenziale. Chi commenta negativamente
il fatto che ci siano vari messaggi polemici nei confronti del Papa, probabilmente
non si è accorto che in realtà questi sono ovunque nella Rete, ma direi anche nei
giornali, in tante altre forme di espressione… E direi che questi commenti fanno parte
della comunicazione ordinaria: certamente verranno meno. Ci sono anche domande molto
interessanti che vengono poste al Pontefice. Quindi, direi che è una tappa in un cammino
di crescita, ma non le vedrei come problematiche.
D. – La presenza del Papa
su Twitter dovrebbe suscitare un rinnovato impegno dei cristiani sulle reti sociali
– sui social network – specie dei giovani, dei cosiddetti "nativi digitali"?
R.
– Io penso che la presenza del Papa su Twitter incoraggi i cattolici a essere presenti
nell’ambiente digitale e questo per me è un elemento di riflessione assolutamente
fondamentale. Cioè, l’uomo oggi vive anche in Rete: si può essere d’accordo o meno,
si può essere contenti o meno di questo fatto, però di fatto la Chiesa è chiamata
a essere presente lì dove sono gli uomini. E oggi gli uomini sono anche in Rete, perché
una parte della loro vita di comunicazione è lì, in questo ambiente digitale. Quindi:
la vita è una sola, sia che essa sia nell’ambiente fisico, sia che sia nell’ambiente
digitale. La realtà della Rete non è una realtà parallela, rispetto all’esistenza.
E quindi, i cattolici sono chiamati a essere nell’ambiente digitale così come nell’ambiente
fisico. Il Papa, sostanzialmente, incoraggia questa presenza.
D. – Come raccogliere,
soprattutto da parte dei pastori e dei sacerdoti, delle persone più impegnate nella
vita della Chiesa, la sfida lanciata dal Papa affinché soprattutto questa, come altre
iniziative, non restino delle "cattedrali nel deserto"?
R. – Direi che una
sfida molto interessante riguarda il rapporto tra la Parola annunciata e il contesto
culturale attuale. Noi sappiamo che il contesto ordinario delle persone, dell’uomo
di oggi, è un contesto frammentato, frazionato e proprio all’interno di questo contesto
si avverte la necessità di messaggi di senso, di sapienza, anche profondi, ma brevi,
appuntiti. E il Papa stesso, nel suo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni
del 2012, ha affermato che in Rete – proprio in Rete – è possibile trovare spazi di
silenzio. Quindi, vedrei come la comunicazione in Rete non sia, non debba essere,
contrapposta a una comunicazione silenziosa. Il tweet del Papa è un messaggio
molto breve che può aiutare le persone a riflettere, quindi a porsi domande importanti,
anche a dialogare grazie all’hashtag #askpontifex con il Papa.
D. –
Come uomo di fede e di comunicazione, impegnato proprio sulla frontiera delle nuove
tecnologie, cosa le dice personalmente, cosa la colpisce di questa presenza di Benedetto
XVI su Twitter?
R. – Mi colpisce la disponibilità: la disponibilità del Papa
a mettersi in gioco su un terreno su cui anche altri leader religiosi, come sappiamo,
si sono messi in gioco. Quindi, la disponibilità a entrare con coraggio e con semplicità
anche all’interno di questo mondo comunicativo. In fondo, ciò che caratterizza la
Chiesa è la passione per l’umanità. Chiaramente, i rischi sono tanti, ci sono sempre
e ovunque. Penso che la strada migliore sia affrontare le sfide con coraggio ed essere
presenti: comprendere le sfide ed i problemi dall’interno, non trincerarsi all’interno
di una situazione comoda o già nota. Quindi, questa disponibilità, questa flessibilità
mi colpisce e credo sia una spinta molto interessante per i cristiani a vivere con
coraggio il contesto delle sfide attuali.