Messico: premiato padre Alejandro Solalinde, “buon samaritano” dei migranti
Il presidente messicano Peña Nieto lo ha definito “buon samaritano” mentre gli consegnava
il Premio nazionale per i diritti umani 2012. E’ padre Alejandro Solalinde Guerra,
il coordinatore della Pastorale della mobilità umana Pacifico Sud dell’episcopato
messicano, che da quasi sei anni ha fondato l’ostello per i migranti “Hermanos en
el camino” che tuttora dirige a Ciudad Ixpetec nello stato di Oaxaca. Un luogo che
grazie all’aiuto di numerosi volontari è in grado di offrire generi di prima necessità,
vitto, alloggio, assistenza medica e psicologica e sostegno giuridico. Più volte minacciato
di morte da gruppi criminali per le sue denunce pubbliche sul traffico di persone,
armi e organi – negli ultimi cinque anni ha presentato oltre 200 querele per omicidi,
sequestri, estorsione e abusi sessuali – padre Solalinde ha voluto commentare il premio
così: “dobbiamo cambiare la nostra dinamica, abbandonare la nostra ottica di chiese
isolate. Il Messico ha bisogno di ricostruirsi attraverso i diritti umani”. Nonostante
nel maggio scorso sia stato costretto a lasciare il Paese, padre Alejandro ha invitato
il popolo messicano a non avere paura, chiedendo al governo di ascoltare i cittadini
e di avvicinarsi ai loro bisogni. Come citato dall'agenzia Misna, il sacerdote ha
voluto inoltre sottolineare l’importanza dell’ascolto alle donne, “capaci di trasformare
il Messico che resta un Paese machista”. In passato padre Solalinde aveva ricevuto
anche la “Medaglia Emilio Krieger” nel 2011 e il “Premio Pages Llergo” per la democrazia
e i diritti umani. Dal 2010 la Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh)
sollecita misure speciali per garantire la sua incolumità. (L.P.)