Istat: mutui a picco e compravendite di immobili in forte calo
In Italia il mercato degli immobili, nel secondo trimestre del 2012, fa registrare
la flessione più marcata dal 2008. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Istat sulla
statistica notarile. In forte riduzione anche i mutui, calati del 41,2%. Il servizio
di Amedeo Lomonaco:
Tonfo del mercato
immobiliare. Nel secondo trimestre dell’anno, in Italia le compravendite sono scese
del 23,7%, con un calo tendenziale nelle grandi città più contenuto rispetto a quello
dei centri minori. Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum:
“E
l’effetto purtroppo concentrico di una crisi economica, che è una crisi di sistema:
non c’è più la disponibilità economica, ma non c’è neanche più la voglia di investire.
Anche chi ha un minimo di patrimonio da parte, non lo investe in questo momento, perché
c’è l’incertezza del futuro. Seconda cosa: c’è un calo produttivo che attanaglia il
Paese, c’è un aumento delle povertà - ci sono 3 milioni e mezzo di persone che sono
al di sotto della soglia di povertà - ma c’è anche la tassazione che ha raggiunto
ormai livelli insopportabili”.
L’andamento del mercato immobiliare negli
ultimi anni è stato caratterizzato da un trend negativo. Senza un’inversione di tendenza,
sarà molto difficile riavviare la fase della crescita…
“Se non s’investe
nell’edilizia, è chiaro che non si attiverà quel volano che crea ricchezza. Forse
sarà sempre meno l’edilizia residenziale che tirerà l’economia, anche perché l’80
per cento ormai degli italiani ha una casa, ma sempre di più si dovrà investire però
sull’edilizia che riguarda le infrastrutture: quindi attrezzare aree e servizi pubblici
adeguati diventa l’investimento del futuro. Quindi non sarà più per l’appartamento
o per la seconda casa”.
Alla crisi del mercato immobiliare si accompagna
la flessione dei mutui. Nel secondo trimestre 2012 i mutui, i finanziamenti e le altre
obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare registrano, rispetto al 2011,
una riduzione del 41,2%...
“I mutui, da anno a questa parte, hanno avuto
un’impennata dal punto di vista dei costi. Ora si sta avendo un calo, anche se sono
cali minimi. E’ chiaro che il costo del denaro ha un costo esorbitante quando lo si
compra. L’altro male di questo Paese è quello di un sistema bancario che fa sempre
meno il suo mestiere classico: quello cioè di istituto di credito. Quindi non finanza
più né le famiglie, né le aziende. Quando finanzia, i tassi sono alti rispetto ai
tassi che, invece, vengono fissati qualcuno deposita il proprio denaro presso le banche”.
Chi paga un mutuo, deve anche fare i conti con l’effetto spread: l’incremento
del differenziale comporta, infatti, maggiori oneri sui finanziamenti ipotecari. Ancora
Pietro Giordano:
“L’effetto spread, se non viene messo sotto controllo,
sostanzialmente per chi ha mutui varabili, può mandare in rovina anche una famiglia.
Io penso alle giovani coppie, che hanno assunto l’onere del mutuo: se lo spread non
si tiene sotto controllo, è chiaro che una rata iniziale magari di mille euro, può
arrivare a 1.200-1.300 euro. Io ricordo che in Italia i crediti inesigibili sono pari
a 38 miliardi di euro all’anno, debiti cioè che la gente non può pagare. Questi 38
miliardi riguardano utenze domestiche, mutui e prestiti personali”.
Se
non si è in grado di pagare il mutuo, l’effetto negativo è duplice:
“Sui
mutui sta avvenendo una cosa tremenda: quando non si è in grado di pagare il mutuo,
gli appartamenti vengono messi all’asta. Quindi si ha un doppio effetto: viene tolta
la casa alle famiglie e, al contempo, non si riesce neanche a soddisfare il credito
che si ha nei confronti della banca. Di solito si va all’asta dopo 5-6 anni, il valore
dell’immobile cale enormemente – perché si aspetta la quinta o sesta asta – e quindi
si perde l’appartamento e non si riescono neanche coprire i debiti che quella famiglia
aveva contratto”.
Nel secondo trimestre del 2012 sono stati stipulati
69.830 mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni garantiti da costituzione di ipoteca
immobiliare: 67.063 sono stati contratti verso banche e 2.767 verso altri soggetti,
diversi dalle banche.