Filippine: i vescovi esortano i politici a rispettare il diritto alla vita
“La verità dev’essere alla base della legge”; la nazione ha bisogno di una normativa
“per affermare e proteggere la verità sulla dignità della persona umana, creata a
immagine di Dio, la santità della famiglia, cellula della società che anche la nostra
Costituzione riconosce come fondamento della nazione”: è quanto afferma una Lettera
aperta che i vescovi filippini hanno indirizzato oggi, ai parlamentari delle Filippine,
in occasione del voto sulla “Legge per la Salute Riproduttiva”, giunta al voto decisivo
del Congresso. La lettera, firmata da mons. José Palma, arcivescovo di Cebu e presidente
della Conferenza episcopale, e pervenuta all’agenzia Fides, invita i membri del Congresso
a “rispettare il diritto alla vita, il diritto delle coppie sposate a fondare una
famiglia secondo le proprie convinzioni religiose e morali, e di essere i primi educatori
dei loro figli”. Nel processo di approvazione di un provvedimento legislativo, notano
i vescovi “non è la legge del più forte che deve prevalere, ma la verità deve essere
la base del diritto”. Né, continuano i presuli citando Benedetto XVI, ci può essere
un “atteggiamento arbitrario da parte dello stato”, che impone la sua morale. Una
legge in materia eticamente sensibile come questa “deve essere vissuta come qualcosa
di veramente condiviso da parte di tutti”. E se i cittadini si sono ribellati, ciò
accade perché “è percepita non come l'espressione di una giustizia, ma come un prodotto
di dispotismo”. La Legge sulla Salute riproduttiva è, dunque, da rigettare perché
“le Filippine bisogno di una legge “per unire e non dividere”. Mons. José Palma, invoca
la speciale intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, patrona del movimento pro-vita
cattolico, “la cui festa si celebra proprio oggi”, perché i legislatori “possano lasciarsi
guidare dallo Spirito Santo”, invitandoli, fra le tante voci che cercano di influenzarli,
a “non avere paura” e a “obbedire a Dio, non all’uomo”. (R.P.)