In aumento in Italia il numero di rifugiati e richiedenti asilo
Aumenta nel 2011 il numero di rifugiati e richiedenti asilo accolti nella rete degli
enti locali del Sistema di protezione per richiedenti asilo (Sprar): quasi l’11% in
più rispetto al 2010. In Italia sono state 37.350 le richieste di protezione presentate
nel corso del 2011 (+208% rispetto al 2010), di cui il 76% presentate da cittadini
nigeriani, tunisini e ghanesi giunti in Italia in seguito a rivoluzione e conflitti
in Nordafrica. Ma delle 25.600 istanze esaminate nel corso del 2011 - riferisce l'agenzia
Sir - solo al 40% dei richiedenti protezione internazionale è stata assegnata una
forma di protezione (all’8% lo status di rifugiato, al 10% la protezione sussidiaria
e al 22% protezione umanitaria). È quanto emerge dal Rapporto annuale dello Sprar,
curato da Cittalia e presentato ieri a Milano da Anci e Ministero dell’Interno, insieme
all’assessorato alle politiche sociali del capoluogo lombardo. Sono in totale 7598
i richiedenti asilo e rifugiati accolti nel 2011 dai comuni e dalle province dello
Sprar, in prevalenza uomini (79,5%) di età compresa tra i 18 e i 35 anni (72%) e provenienti
principalmente da Somalia, Afghanistan, Nigeria e Costa d’Avorio. In aumento anche
i minori stranieri non accompagnati provenienti da questi Paesi: 312. Per il biennio
2011-2012, la rete dello Sprar ha aumentato a 3979 i posti di accoglienza disponibili,
anche in seguito all’“emergenza Nord Africa”. Il rapporto dello Sprar fa il punto
anche sui flussi internazionali, che hanno visto nell’ultimo anno un aumento delle
domande di protezione in Europa (per un totale di 301mila, +17 per cento rispetto
all’anno precedente), presentate per oltre la metà in Francia, Germania e Italia.
“Il rapporto viene pubblicato alla vigilia della cessazione dello stato di emergenza
dichiarato nel 2011 - afferma il sindaco di Padova e delegato Anci per l’immigrazione
Flavio Zanonato -. La preoccupazione è alta, perché non si conosce il futuro delle
circa 18 mila persone che ancora sono in accoglienza nelle strutture della Protezione
civile”. Si è preoccupati perché la cosiddetta “emergenza Nord Africa”, precisa Zanonato,
“affrontata in termini di urgenza di posti letto ma senza una programmazione ferma
e puntuale degli interventi in favore dei percorsi di integrazione degli accolti,
si è ormai irrimediabilmente cronicizzata e rischia di trasformarsi in una reale emergenza
sociale con cui i comuni dovranno in qualche misura confrontarsi”. “E’ doveroso trarre
insegnamenti dall’esperienza di questo ultimo anno e mezzo - afferma la direttrice
del Servizio centrale dello Sprar Daniela Di Capua -. Dobbiamo arrivare a condividere
tutti - istituzioni centrale e locali, realtà non governative, enti di tutela, operatori,
che l’accoglienza non deve essere mai più improvvisata”. (R.P.)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 346