Egitto: manifestazioni pro e contro Morsi. Almeno 11 feriti per nuovi scontri
Ancora proteste e scontri in Egitto a pochi giorni dal referendum sulla nuova Costituzione,
indetto dal presidente Mohamed Morsi. Oggi migliaia di persone hanno partecipato a
nuove manifestazioni, organizzate sia da gruppi islamisti, sostenitori del presidente
Morsi, sia dall’opposizione laica e liberale. Il presidente egiziano Mohamed Morsi
parteciperà al dialogo nazionale convocato per domani dal ministro della Difesa Abdel
Fattah el Sisi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Centinaia di
manifestanti hanno oltrepassato, nel pomeriggio, le barriere di sicurezza poste a
protezione del palazzo presidenziale. Stamani, almeno undici persone sono rimaste
ferite al Cairo in seguito a scontri tra un gruppo di uomini armati e dimostranti
che da giorni mantengono un presidio contro le ultime decisioni del capo dello Stato.
Intanto il presidente Morsi ha conferito all’Esercito poteri di polizia, incluso quello
di arrestare civili, ordinando di preservare la sicurezza e proteggere le istituzioni
fino all’annuncio dei risultati del referendum sulla nuova Costituzione, previsto
sabato prossimo. Chiunque verrà arrestato dai militari – si precisa in una nota dell’Ufficio
delle relazioni esterne della presidenza egiziana - non sarà giudicato da una corte
marziale, ma da un tribunale civile. Il capo di Stato egiziano ha anche deciso di
sospendere i previsti aumenti delle imposte su una vasta gamma di prodotti di largo
consumo. Alla luce degli ultimi sviluppi, le autorità egiziane hanno inoltre chiesto
un rinvio del prestito di 4,8 miliardi di dollari concordato a novembre con il Fondo
monetario internazionale (Fmi). Il leader di al-Qaeda, il medico egiziano al-Zawahiri,
ha esortato infine l’ex candidato alle presidenziali egiziane, il predicatore salafita
Hazem Abu Ismail e i suoi seguaci, a continuare la rivoluzione fino a quando non ci
sarà il dominio della ‘sharia’.
L’Egitto è dunque un Paese attraversato da
laceranti divisioni, come sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco il giornalista
Giuseppe Acconcia, raggiunto telefonicamente al Cairo: