Diritti umani. L'Acat premia tesi di laurea di due giovani contro la tortura
Ieri, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, l’Acat - Azione
Cristiani per l’Abolizione della Tortura - ha promosso un seminario sul tema e premiato
due giovani distintisi nella redazione di tesi di laurea contro la tortura o la pena
di morte. Al microfono di Luca Attanasio, il pastore valdese Paolo Ricca,
il prof. Mauro Palma, già presidente del Comitato europeo per la prevenzione
della tortura, e Massimo Corti, del direttivo di Acat, spiegano il valore dell’iniziativa:
D. - Prof.
Paolo Ricca, Acat parte dal principio che Gesù Cristo sia il prototipo del torturato,
del condannato a morte…
R. - Il fatto che Gesù sia stato torturato è certamente
un emblema di un’umanità torturata da un’altra umanità. Nodo fondamentale è proprio
capire la complessità della creatura umana, che è capace di bene ma è anche capace
di grandi atrocità. Noi, che crediamo che Dio è diventato uomo, ci proponiamo di dire
che è possibile un’umanità diversa da quella che tortura, da quella che uccide.
D.
- Prof. Mauro Palma, si dice che la tortura sia un fenomeno lontano da noi…
R.
- In Italia, la tortura è pronta a ripresentarsi. Non voglio dire che esiste come
normale pratica, però nelle situazioni di eccezione la tortura è pronta a ripresentarsi.
R.
- In Italia, poi, non riusciamo a inserirla come reato penale nel nostro codice…
R.
- Sì, è un problema grave. Questo non significa che noi non perseguiamo i reati di
violenza gravissima, ma li perseguiamo con figure di reato deboli, che non hanno quel
valore simbolico che un reato di tortura avrebbe. E poi sono di rapida prescrizione.
D.
- Massimo Corti, ogni anno due premi a due giovani…
R. - Il premio di laurea
che Acat ha istituito per tesi sui diritti umani ha il significato di un’attività
di apostolato. Noi vogliamo che i giovani pensino che esiste questo argomento, ci
meditino e "digeriscano" l’argomento dei diritti umani, l’argomento dell’amore per
il prossimo.