Vescovi asiatici riuniti in Vietnam per rispondere alle sfide della secolarizzazione
e della globalizzazione
“Rispondere alle sfide dell’Asia”. Questo il tema della decima Assemblea plenaria
della Chiese asiatiche, apertasi ieri nella diocesi di Xuan Loc in Vietnam, per la
prima volta ospitata in questo Paese, nel 40.mo di fondazione della Federazione delle
Conferenze episcopali asiatiche (Fabc). Un anniversario importante sottolineato dalla
presenza di un inviato speciale del Papa nella persona di mons. Gaudencio B. Rosales,
arcivescovo emerito di Manila. E c’è attesa per la cerimonia di chiusura nella cattedrale
di Ho Chi Minh City. Il servizio di Roberta Gisotti.
Sono oggi 19
le Chiese nell’intero continente asiatico riunite nella Fabc, oltre a 9 associati,
tre diocesi (Hong Kong e Macao in Cina e Novosibirsk in Russia) e sei Paesi (Kyrgyzstan,
Tajikistan, Teurkmenistan, Uzbekistan, Mongolia e Nepal), che non hanno Conferenze
episcopali. Una varietà immensa di popoli e Stati dove i cristiani vivono insieme
a persone di molte religioni diverse, e i cattolici sono, in genere, una minoranza
esigua. L’Assemblea in programma fino al 16 dicembre, presenta un calendario fitto
di lavori, tra bilanci del passato, proiezioni sul futuro ed obiettivi di rilancio
della missione della Chiesa in Asia per una nuova evangelizzazione. Presenti ai lavori
un centinaio di delegati tra presidenti di Conferenze episcopali, teologi e leader
di altre religioni. Al nostro microfono padre Bernardo Cervellera, direttore
dell’agenzia AsiaNews: quale importanza riveste il fatto che sia il Vietnam per la
prima volta ad ospitare la Plenaria dei vescovi asiatici?
R. – E’ un segno
molto importante delle piccole aperture che stanno avvenendo in Vietnam, dal punto
di vista della libertà religiosa. E’ anche un modo, per tutte le Chiese dell’Asia,
di sostenere questa Chiesa che è stata perseguitata e che ha ancora diverse difficoltà.
Il cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Mân diceva, appunto, che per loro – per tutti
i cattolici vietnamiti, per tutti i vescovi del Vietnam – questa presenza e questa
solidarietà delle Chiese è una boccata d’ossigeno!
D. – Tra le sfide emergenti,
non solo nei Paesi occidentali, ma anche nei Paesi asiatici, si dice sia la laicizzazione
della società e la globalizzazione …
R. – Molto vero! In tutti questi decenni,
l’Asia è stata al centro di un grande e vorticoso sviluppo economico; questo sviluppo
economico è avvenuto secondo i canoni tecnici e globalizzanti dell’Occidente, e quindi
atei alla fin fine, cioè secolarizzati. Questo ha portato molto urbanesimo, con famiglie
sradicate e giovani sradicati andati in città, che si sono trovati soli, senza più
il sostegno del loro villaggio, dei loro amici e delle loro comunità e quindi si sono
persi, sia nelle loro religioni tradizionali – buddismo, induismo, taoismo – ma anche
nella religione cattolica. Quindi, c’è un grande lavoro di evangelizzazione da fare
per quanto riguarda questa secolarizzazione e per quanto riguarda la globalizzazione.
Teniamo presente che la fame di lavoro, la voglia di ricchezza, i ritmi e gli impegni
con tante ore di lavoro nel mondo portano proprio allo sfacelo della personalità,
con immoralità e così via. Tutto questo, appunto, è una delle realtà che le Chiese
dell’Asia stanno affrontando da tanto tempo.
D. – Ecco, le Chiese dell’Asia
riunite: ci si confronta con un continente immenso, con davvero tanti popoli diversi
e tante religioni diverse. Che cosa poi accomuna i membri di questa Federazione, che
si riuniscono in Assemblea?
R. – La fede in Gesù Cristo è la cosa meravigliosa
che permette a popoli diversi di lavorare insieme e di prendere a cuore l’uno i problemi
dell’altro e cercare anche di sostenersi. Tutto questo, effettivamente, sta avvenendo
perché i cattolici vietnamiti aiutano altre Chiese che non hanno vocazioni, perché
loro hanno tante vocazioni; i cattolici indiani sostengono i cattolici nei Paesi musulmani,
e così via. Cioè, c’è una grande comunione tra le Chiese in Asia, sostenuta proprio
dalla fede in Gesù Cristo.
D. – La maggiore libertà che si respira in tanti
più Paesi sta aiutando questa solidarietà?
R. – Certo: la maggiore libertà
implica una maggiore capacità di movimento. Tra questi, ad esempio, grande testimone
è la Chiesa della Corea che è una Chiesa vivacissima, piuttosto benestante dal punto
di vista economico; ha missioni e dà aiuti in tutte le parti dell’Asia, oltre che
in altre parti del mondo …