2012-12-10 11:23:26

Monti lascia. Milano apre in negativo. Intervista con Franco Miano


In Italia. Apertura in negativo per la borsa italiana dopo le annunciate dimissioni del premier Monti, dovute all’uscita del Pdl dalla maggioranza. Preoccupazione tra i partner europei, mentre di fatto è iniziata la campagna elettorale. Tra 8 giorni le valutazioni del capo dello Stato, Napolitano. Giampiero Guadagni: RealAudioMP3


Mario Monti, che lascerà Palazzo Chigi dopo l’approvazione della legge di stabilità, non esclude un suo impegno in politica. “Non si può dilapidare un tesoro”, spiega. A Monti guardano con speranza soprattutto i centristi di Casini, che definiscono le dimissioni annunciate dal premier un gesto di responsabilità. Stessa valutazione dal candidato premier del centro-sinistra, Bersani. Mentre per Berlusconi si tratta di un atto doveroso. Il candidato premier del centro-destra detta intanto la linea del Pdl, di nuovo incentrata sull’alleanza con la Lega Nord, scelta che potrebbe comportare l’addio degli ex An. Il ritorno in campo di Berlusconi preoccupa il presidente del Parlamento europeo Schulz, che parla di minacce alla stabilità dell’Italia e dell’Europa. Europa che chiede a Roma di proseguire, comunque, sulla strada delle riforme. A rischio ce ne sono molte e il governo è preoccupato in particolare per la mancata approvazione del decreto di riordino delle province, che avrebbe effetti negativi, ad esempio, su scuole, strade e raccolta rifiuti.
Sulle dìmissioni di Monti e sulla crisi, Alessandro Guarasci ha sentito il presidente dell’Azione Cattolica, Franco Miano: RealAudioMP3


R. - C‘è rammarico perché ancora si poteva lavorare a stabilizzare la situazione per poi preparare le elezioni e fare una nuova legge elettorale. Bisogna lasciare il più possibile fuori gli elementi di interesse di parte che ormai non sono più reggibili nel nostro paese. Serve veramente uno sforzo per pensare al bene del paese e al bene le persone.

D. - L’atteggiamento di Monti come le è sembrato?

R. - Mi sembra conseguente rispetto all’interpretazione della crisi che si è aperta.

D.- La crisi è stata aperta da Berlusconi e dal Pdl. Lei come giudica questo?

R. - Bisogna mettere avanti gli interessi del Paese, interessi pressanti.

D. - Che cosa bisognava fare in questo fine legislatura?

R. - Le condizioni di vita degli italiani sono l’obiettivo primario di una politica che conti veramente. Ma si potevano anche preparare una serie di provvedimenti legati alle caratteristiche dei futuri eletti, mi riferisco all’incandidabilità per far sì che il nuovo Parlamento sia veramente significativo e abbia a cuore il bene comune.










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