Monti lascia. Milano apre in negativo. Intervista con Franco Miano
In Italia. Apertura in negativo per la borsa italiana dopo le annunciate dimissioni
del premier Monti, dovute all’uscita del Pdl dalla maggioranza. Preoccupazione tra
i partner europei, mentre di fatto è iniziata la campagna elettorale. Tra 8 giorni
le valutazioni del capo dello Stato, Napolitano. Giampiero Guadagni:
Mario
Monti, che lascerà Palazzo Chigi dopo l’approvazione della legge di stabilità, non
esclude un suo impegno in politica. “Non si può dilapidare un tesoro”, spiega. A Monti
guardano con speranza soprattutto i centristi di Casini, che definiscono le dimissioni
annunciate dal premier un gesto di responsabilità. Stessa valutazione dal candidato
premier del centro-sinistra, Bersani. Mentre per Berlusconi si tratta di un atto doveroso.
Il candidato premier del centro-destra detta intanto la linea del Pdl, di nuovo incentrata
sull’alleanza con la Lega Nord, scelta che potrebbe comportare l’addio degli ex An.
Il ritorno in campo di Berlusconi preoccupa il presidente del Parlamento europeo Schulz,
che parla di minacce alla stabilità dell’Italia e dell’Europa. Europa che chiede a
Roma di proseguire, comunque, sulla strada delle riforme. A rischio ce ne sono molte
e il governo è preoccupato in particolare per la mancata approvazione del decreto
di riordino delle province, che avrebbe effetti negativi, ad esempio, su scuole, strade
e raccolta rifiuti. Sulle dìmissioni di Monti e sulla crisi, Alessandro Guarasci
ha sentito il presidente dell’Azione Cattolica, Franco Miano:
R.
- C‘è rammarico perché ancora si poteva lavorare a stabilizzare la situazione per
poi preparare le elezioni e fare una nuova legge elettorale. Bisogna lasciare il più
possibile fuori gli elementi di interesse di parte che ormai non sono più reggibili
nel nostro paese. Serve veramente uno sforzo per pensare al bene del paese e al bene
le persone.
D. - L’atteggiamento di Monti come le è sembrato?
R. - Mi
sembra conseguente rispetto all’interpretazione della crisi che si è aperta.
D.-
La crisi è stata aperta da Berlusconi e dal Pdl. Lei come giudica questo?
R.
- Bisogna mettere avanti gli interessi del Paese, interessi pressanti.
D. -
Che cosa bisognava fare in questo fine legislatura?
R. - Le condizioni di vita
degli italiani sono l’obiettivo primario di una politica che conti veramente. Ma si
potevano anche preparare una serie di provvedimenti legati alle caratteristiche dei
futuri eletti, mi riferisco all’incandidabilità per far sì che il nuovo Parlamento
sia veramente significativo e abbia a cuore il bene comune.