L’onlus "Beati i costruttori di pace" a Sarajevo per i 20 anni della Marcia dei
500
Si sono conclusi ieri, anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo,
con un momento di riflessione nel parco intorno al Monumento ai Bambini di Sarajevo,
le celebrazioni per il ventennale della Marcia dei 500, l’iniziativa di pace che nel
dicembre 1992 si svolse nella città ancora sotto assedio. L’evento commemorativo,
cui hanno preso parte circa 150 persone, è stato organizzato dalla onlus Beati i costruttori
di pace, con l’obiettivo di non dimenticare la guerra nei Balcani e soprattutto le
vicende che colpirono Sarajevo, oggi capitale della Bosnia-Erzegovina, città che porta
ancora le ferite di quel conflitto, testimone eroica e martire della convivenza multietnica,
della condivisione e dell’aiuto reciproco tra le famiglie. Nel corso di questo piccolo
viaggio della memoria, della durata di quattro giorni, i partecipanti hanno potuto
visitare il luogo dell’uccisione di Gabriele Moreno Locatelli, l’attivista italiano
membro dell’associazione morto sul ponte Vrbanja nel 1993 e la città di Srebrenica,
teatro di una strage senza precedenti in cui morirono circa ottomila bosniaci l’11
luglio 1995. Tra le altre iniziative, anche un percorso a ritroso nella storia di
quegli anni, rivissuta attraverso gli interventi delle istituzioni e le testimonianze
dei protagonisti, e una mostra sul servizio postale, che ebbe un ruolo importantissimo
nel tenere unite le speranze delle famiglie e nel rompere l’isolamento in cui l’area
era sprofondata. (R.B.)